Vernante ha di nuovo un ambulatorio medico
Il Comune della val Vermenagna tornerà ad avere un presidio sanitario, a partire da lunedì 28. Il caso era stato sollevato anche in Consiglio regionaleA partire da lunedì 28 luglio i medici di medicina generale Luciana Cagna e Giuseppe Vasile effettueranno l’attività anche a Vernante, presso l’ambulatorio sulla Statale 20 nel condominio Azalea.
L’orario di presenza della dottoressa Cagna sarà il giovedì dalle 13 alle 16. Per prenotazioni tel. 0171/697069 dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 18 tutti i giorni lavorativi. Solo per urgenze 3335352269. Il dottore Vasile opererà nel nuovo ambulatorio il mercoledì dalle 8 alle 9 e il venerdì dalle 11 alle 12. Per prenotazioni tel. 0171/697069 dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 18 tutti i giorni lavorativi. Solo per urgenze 3386470879.
Si chiude così, almeno per il momento, il caso che aveva coinvolto il comune della val Vermenagna dopo la cessazione dell’incarico della dottoressa Silvia Palagi, lo scorso 10 luglio. Negli ultimi due anni il paese ha visto avvicendarsi ben quattro cambi di professionisti: “Un dato che fotografa con estrema chiarezza la precarietà del presidio sanitario nelle aree montane” aveva rilevato la consigliera regionale Giulia Marro (Avs), autrice di un’interpellanza sul tema. L’assessore alla Sanità Federico Riboldi aveva risposto alle sollecitazioni chiamando in causa una “cattiva politica dei numeri” nella programmazione nazionale - con 10.000 pensionamenti in più rispetto ai nuovi laureati - e ricordando le recenti misure adottate, come la creazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), con équipes di circa 20 medici che dovrebbero servire fino a 30.000 pazienti.
L’Assemblada occitana valades aveva esternato la propria delusione per la risposta: “Siamo consapevoli che non ci siano soluzioni facili, dietro all’angolo: non è però compito della politica nascondersi dietro alle scuse, è invece obbligata a trovare soluzioni. Difficili certo, ma necessarie. Si potrebbe pensare a una maggiore digitalizzazione della medicina di base, alla ricerca di medici stranieri, a soluzioni alternative ma Riboldi ha scelto la via più facile, la non risposta”.

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