Saviano a Scrittorincittà: "Sequestriamo l'1% del traffico di droga. Dovrebbe essere un dibattito costante"
Lo scrittore e giornalista al Toselli con una "lectio" ispirata al suo libro "L’amore mio non muore", che ripercorre la storia di Rossella Casini, uccisa dalla 'ndrangheta nel 1981Un doppio sold out ha salutato l’evento clou della serata inaugurale dell’edizione 2025 di Scrittorincittà. Tutto esaurito al Teatro Toselli, altrettanto per la diretta video al cinema Monviso: ospite della serata di ieri Roberto Saviano, che ha portato sul palco una "lectio" ispirata al suo ultimo libro, “L’amore mio non muore” (Einaudi), un romanzo ispirato ad una storia vera. Una storia d’amore, quella tra Rossella Casini, una ragazza di vent’anni, fiorentina, che si innamora di un suo vicino di casa, calabrese, Francesco Frisina, appartenente a una famiglia ndranghetista.
“Per la prima volta mi è capitato di dover tenere conto del sentimento, e di averlo come guida nell’inchiesta”, ha detto Saviano aprendo la serata: “Questa è la storia di una ragazza che si oppone a un potere articolato e complesso. Il rischio in questi casi è scivolare in una facile retorica. Il peccato mortale è mostrare questa persona in maniera talmente eroica da renderla distante: ho cercato di evitarlo”.
Francesco studiava Economia a Siena ma viveva a Firenze, Rossella era invece iscritta a Pedagogia, ma voleva diventare psicologa. In quegli anni, nella seconda metà degli anni ‘70, la ‘Ndrangheta non è una realtà molto conosciuta. “Si parla molto di Cosa Nostra, sono gli anni in cui Falcone riesce a ottenere la fiducia di Buscetta: i calabresi vengono percepiti come pastori che fanno sequestri. In realtà in quegli anni le cose stanno cambiando. Con i soldi dei sequestri si investe in cocaina: è un punto di svolta con cui l’organizzazione diventa potentissima”, ha detto Saviano.
Rossella tutto questo non lo sa: entra in crisi solo quando a Palmi, in Calabria, vede uccidere per strada un ragazzo che conosceva. Lì capisce, e la prima emozione è la paura che una cosa simile possa accadere al fidanzato. “Francesco tergiversa, non dice tutto, ma non mente del tutto. La famiglia l’ha mandato a studiare Economia per diventare un colletto bianco. Insomma, dovrà gestire i soldi. Non dice però che se c’è una chiamata lui dovrà rispondere, da uomo d’onore. È un destino scritto nella carne”.

Uomini d’onore
Saviano ha poi offerto una digressione sul concetto di onore per le organizzazione criminali e per i loro componenti: “I membri delle organizzazioni criminali si considerano onesti, e dal loro punto di vista è così: non significa che rispettano la legge, ma che sono onesti verso l’organizzazione stessa e verso se stessi, questo per loro significa essere uomini d’onore”.
Perchè, ancora oggi, le organizzazioni criminali sono ancora importanti per vincere le elezioni? La risposta di Saviano è lapidaria: “Perchè sono affidabili, fanno sempre ciò che promettono: la loro affidabilità è data dal potere. Il potere è quello di uccidere, oppure quello dato dal denaro. Ma nel momento in cui tu voti per avere qualcosa in cambio, la democrazia è già morta”.
La storia di Rossella
Rossella - riprendendo il filo del romanzo - per un po’ non si rende conto di quello che sta accadendo. A un certo punto Francesco verrà chiamato dalla famiglia: suo padre viene ucciso, inizia la faida tra la ndrina Gallico, di cui la famiglia Frisina fa parte, e i Condello. Rossella intuisce: può solo intuire, perchè di certe cose non si parla mai chiaramente. “Nemmeno i tuoi timpani devono sentire qualcosa che ti può compromettere”, osserva Saviano.
Rossella arriva a parlare con un membro della famiglia Condello, chiede di fermare la faida: “Smettete, perchè noi ci amiamo”, è il messaggio. “Dentro queste parole c’è l’ingenuità, ma anche il coraggio di Giovanna D’Arco, c’è l’eroismo: è disposta a tutto per quell’amore. Lei però sentiva qualcosa di parziale: Francesco in realtà appartiene alla sua famiglia”.
Francesco scende a “combattere” nelle campagne calabresi: quello è il codice, sottrarsi alla faida non è consentito. Viene ferito, ma si riprende, e per Rossella questo è un miracolo della cura dell’amore. I due capiscono che per salvare questo amore l’unica via è la verità: Frisina decide di collaborare con la giustizia, ma sono anni in cui il sistema di protezione non arriva a difenderlo. La famiglia, quindi, lo riporta in Calabria, lui smentisce tutto, ritira ogni dichiarazione, i processi non partono. Ma Rossella, ancora una volta, lo raggiunge, ostinata e ossessionata. "Fa qualcosa di incredibile in quegli anni: per amore si pone contro un’Idra immensa", dice Saviano.
Un’Idra immensa: ma quanto immensa?
Per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno, Saviano ha snocciolato qualche numero relativo ai sequestri di cocaina più recenti in territorio italiano: su tutti quello dello scorso aprile al porto di Livorno, due tonnellate di stupefacente che per le strade avrebbe fruttato circa 100 milioni di euro. “Soldi che poi diventano alberghi, autorimesse, imprese edili, supermercati, dove chi lavora spesso non sa nemmeno chi è il vero proprietario". E poi ancora il sequestro di Gioia Tauro, 11 novembre, 180 chili per un potenziale guadagno di 13 milioni, Ancona, 136 chili per 12 milioni, Civitavecchia, 50 chili per 3 milioni.
Numeri e quantità che non sono che una goccia nell’oceano. Secondo l’Onu - ha detto Saviano - si sequestra solo l’1% del traffico di stupefacenti. “Questo dovrebbe essere un dibattito costante, invece delle infinite idiozie di cui si parla nei talk. Le organizzazioni criminali sono le prime a desiderare che si parli d’altro: questioni estere, trend del momento, tutto ciò che toglie i riflettori da queste questioni”.
“Quando c’è un arresto - ha detto poi l’autore - si pensa che il potere finisca. Spesso invece sta iniziando: quel potere è il silenzio. Lo Stato italiano in questo senso è fragilissimo: con due o tre confessioni diventi un pentito di cui lo Stato stesso ha assoluta necessità. Pensiamo per esempio che un uomo come Giovanni Brusca, nel momento in cui parliamo, è completamente libero. Altri invece restano in silenzio per trenta o quarant’anni: persone che sono disposte a sacrificare tutto per proteggere il loro potere e i loro capitali”.
Com’è possibile fare certe cifre con il traffico di stupefacenti? “In questo mondo che va veloce la droga è sempre più la benzina dei corpi. - ha detto Saviano - Il 2025 è stato l’anno di maggior produzione di cocaina nella storia dell’umanità. L’eroina sta tornando in molte zone. Il fentanyl sta distruggendo generazioni di americani, più di qualunque guerra”.
L’epilogo drammatico
Una ragazzina di vent’anni ha cercato di fermare tutto questo a Palmi nel 1980. “Crede che un sistema del genere possa essere fermato dal sentimento. L’amore non muore, perchè ti permette di vedere la realtà in modo diverso".
La fine di Rossella, però, è drammatica e irrisolta. Nel 1981 la giovane sparisce. “In paese si dice che è scappata in Giappone, lei amava la cultura giapponese. Lo si dice ancora adesso: quando sono andato a fare domande mi è capitato di sentirla descrivere come una ragazza ‘allegra’”. Dalle confessioni di un pentito sappiamo però che è stata rapita, stuprata, poi mutilata, decapitata e gettata in mare. “Lo stupro è una pratica che solitamente non appartiene alle mafie. In questo caso, però, l’idea che una donna, semplicemente amando, potesse mettere a rischio il sistema li ha terrorizzati: Rossella non andava solo intimidita o uccisa, ma fatta sparire insieme alla sua storia”.
La famiglia Frisina verrà assolta con una sentenza che Saviano definisce “drammatica": non ci sono gli elementi probatori per arrivare a una condanna. L’appello verrà successivamente consegnato con alcuni giorni di ritardo, la sentenza diventerà definitiva. Nessuno è stato condannato, la storia di Rossella è stata dimenticata per molti anni.
Solo nel 2016 il Comune di Firenze ha affisso una targa commemorativa sulla casa in cui viveva la ragazza, in borgo La Croce 2. A lei oggi è intitolato anche un giardino sul lungarno Colombo. Il Comune di Palmi, il 22 febbraio 2020, ha inaugurato una via in suo onore.
CUNEO cuneo - Scrittorincittà - Roberto Saviano

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