"Un'esperienza che ci ha dato modo di avvicinarci alla storia"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un gruppo di studenti dell'ITIS "Delpozzo" dopo la visita al Memoriale della CuneenseRiceviamo e pubblichiamo.
“Cuneo, luglio 1942. Ci troviamo davanti alla stazione di Cuneo Gesso dove sta per partire, per la fredda pianura ucraina, la Divisione Alpina Cuneense. Si affollano davanti alle tradotte molti soldati: alcuni sono ottimisti, poiché pensano che la guerra non durerà ancora a lungo, altri, al contrario, sono piuttosto ansiosi, poiché hanno paura di affrontare il nemico. Le loro madri e i loro familiari li salutano calorosamente, non sapendo che non vedranno mai più molti di quei figli che baciano e abbracciano, poiché solo 1.500 uomini, di circa 15.000, torneranno a casa”. Questo è il viaggio nel passato che abbiamo avuto modo di compiere noi alunni dell’ITIS “Mario Delpozzo” che frequentiamo il progetto pomeridiano dedicato alla scoperta del nostro territorio, tra storia, azione, natura e memoria, guidato dalle Professoresse Nadia Massa e Maria Vittoria Musizzano. In data 18 marzo, dopo l’alzabandiera ed aver cantato l’inno d’Italia, abbiamo
visitato il Memoriale presso la vecchia stazione di Cuneo. Siamo stati guidati nel percorso da alcuni Alpini, ritornando con la memoria ad un pezzo di storia
riguardante le due Guerre Mondiali combattute sui vari fronti. In un primo momento ci hanno illustrato la storia del Memoriale e descritto i giovani del territorio cuneese e delle vallate che hanno perso la vita durante la ritirata avvenuta successivamente alla Campagna di Russia, soffermandosi, più in generale, sulla storia del corpo degli Alpini. Quindi siamo entrati all’interno del Memoriale che è principalmente basato sulle testimonianze e donazioni di oggetti di ex alpini (uniformi, lettere, fotografie, effetti personali): la vita di un Alpino in trincea o nel dormitorio, l’infermeria, e le zone dedicate ad altri reparti, come i carabinieri, i bersaglieri o a personaggi della storia locale, come quella di Marcello Soleri. Il magazzino adiacente la stazione verrà trasformato in una mostra didattica dedicata unicamente alla Campagna di Russia. Il motivo per cui questo memoriale è stato realizzato è quello di ricordare ciò che è successo nel passato, con tutti gli errori di quelle epoche, per cercare di non ricadere negli stessi sbagli.
Il Memoriale si arricchisce nel tempo di reperti storici grazie alle donazioni di famiglie di coloro che, loro malgrado, hanno dovuto combattere giovanissimi nelle
diverse guerre il cui sacrificio deve sopravvivere al tempo che passa. Questa visita ha risvegliato in noi ragazzi molte emozioni, di orgoglio e di patriottismo, ma anche sensazioni tristi, di angoscia e di paura che, anche se relative ad un tempo lontano, risuonano nelle nostre menti e coscienze. Uno dei grandi problemi della generazione attuale è che, spesso, i giovani si interessano poco spontaneamente alla storia, quella del loro paese, dei loro avi e delle persone cui devono la loro vita: vicende di individui che sono morti, che hanno sofferto e che si sono sacrificati in nome di pace e libertà. Ebbene, questa esperienza ci ha dato modo di avvicinarci alla storia da un altro punto di vista, quasi immedesimandoci, perché al fronte c’erano giovani della nostra età, che andavano a combattere un nemico che non conoscevano. Sono tante le testimonianze di solidarietà: lettere, fotografie che riproducono storie di amicizia tra soldati che avrebbero dovuto disprezzarsi, di amori sbocciati tra giovani italiani e ragazze russe, che hanno superato i confini delle differenze linguistiche e dell’odio, di famiglie di contadini che offrono cibo e ricovero ai nostri soldati, considerati come figli.
Osservando la ricostruzione della trincea, oltre a renderci conto della vita orribile che i soldati conducevano vivendo in antri, scavati sotto terra per evitare le bombe, dove erano costretti a sopportare il freddo e gli insetti come pulci e zecche (ci viene in mente la poesia di Ungaretti che nella lirica “Soldati” descrive l’esistenza dei combattenti con il verbo “sta”), abbiamo potuto realizzare quanto i fronti fossero molto vicini e come fosse facile comunicare. Non dubitiamo, dunque, che, benché appartenenti a nazioni in contrasto, avranno condiviso racconti e forse anche qualche risata. La guerra non viene vinta da nessuno, ma persa da tutti; essa infligge cicatrici che faranno fatica a rimarginarsi e, purtroppo, tali ferite potrebbero alimentare altri conflitti, le cui vittime innocenti finiranno per essere, come sempre, le popolazioni costrette a servire gli interessi economici degli Stati. Questo Memoriale deve essere quindi visitato con occhi non solo rivolti al passato, ma, oggi più che mai, come monito per le generazioni future: non fate la guerra tra di voi e siate solidali con gli altri; che siate ucraini, italiani, cinesi o statunitensi, questo poco importa. Noi apparteniamo ad una stessa specie e, in quanto umani, possiamo cooperare per migliorare il nostro pianeta. Ringraziamo i volontari dell’Associazione Nazionale Alpini per la possibilità offertaci e consigliamo a tutti di visitare questo angolo della città di Cuneo, nel quale si ritrovano cuore e memoria.
Alcuni alunni delle classi 1A LOGISTICA, 2 B INFORMATICA e 3B INFORMATICA dell’ITIS “Mario Delpozzo” con le loro insegnanti Maria Vittoria Musizzano e Nadia Massa
c.s.

cuneo
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