In Piemonte è operativo un solo ospedale di comunità, ne mancano 29 da realizzare in meno di un anno
Secondo i dati del rapporto Agenas, che monitora lo stato di avanzamento dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mancherebbero all’appello anche 95 Case di comunitàTra meno di un anno, a giugno 2026, il Piemonte dovrebbe avere operative sul territorio 96 Case della comunità, ma 95 al momento sono ancora da ultimare. Solo una è stata completata e garantisce tutti i servizi obbligatori, oltre alla presenza di personale medico e infermieristico. I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che ogni sei mesi monitora lo stato di avanzamento dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito della sanità.
Le Case della comunità, o Case di comunità, dovrebbero essere strutture sociosanitarie che garantiscono un’assistenza di prossimità alla popolazione del territorio. Ma il raggiungimento di questo obiettivo, a quanto pare, è lontano, e non solo in Piemonte. A livello nazionale, infatti, su 1.723 Case di comunità in programma, solo 46 sono completamente operative, cioè circa il 3%. Inoltre, la cifra è rimasta la stessa dello scorso monitoraggio, che si riferiva al secondo semestre del 2024.
In pratica, secondo i dati di Agenas, in questi sei mesi nessuna nuova struttura è entrata in funzione a pieno regime, mentre sono aumentate, ad esempio, le Case di comunità con almeno un servizio attivo: a fine 2024 erano 485, oggi sono 660. Quando saranno operative, prevederanno una presenza medica 24 ore su 24 per 7 giorni a settimana nelle strutture cosiddette “hub” e di almeno 12 ore al giorno per 6 giorni a settimana nelle cosiddette “spoke”. Le “hub” sono le sedi di riferimento, quelle principali, mentre le spoke sono le articolazioni periferiche, che offrono meno servizi.
Con una sola struttura completamente operativa, il Piemonte è lontano dai risultati di regioni come Lombardia (12), Emilia-Romagna (8) e Toscana (7), con un dato peggiore anche rispetto a Veneto (3), Liguria (2), Molise (2) e Umbria (2). In particolare, su 96 Case di comunità piemontesi programmate, attualmente 31 hanno “almeno un servizio attivo”, 5 hanno “tutti i servizi obbligatori dichiarati attivi eccetto la presenza medica o infermieristica” e una sola struttura ha “tutti i servizi obbligatori dichiarati attivi inclusa presenza medica e infermieristica”.
Per quanto riguarda invece gli Ospedali di comunità, cioè le strutture sanitarie di ricovero che svolgono una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, entro il 2026 dovrebbero essere 30 in Piemonte. Oggi però solo una risulta attiva. Il dato delle strutture ospedaliere dichiarate operative è uguale a quello della Campania, molto inferiore in valori assoluti a Veneto (46), Lombardia (26), Emilia-Romagna (24) e Toscana (17).
Oltre alle Case e agli Ospedali di comunità, ci sono anche le Centrali operative territoriali, che coordinano le azioni delle diverse strutture del territorio, come i reparti ospedalieri, le Case di comunità e i medici di medicina generale. In questo caso, il Piemonte consegue un risultato positivo: su 43 Centrali operative territoriali previste, tutte e 43 sono pienamente funzionanti e certificate. Il Piemonte non è però un’eccezione. Tutte le regioni hanno realizzato tutte le centrali operative territoriali in programma, ad eccezione della Campania (dove ne mancano 5) e della Sardegna (dove ne mancano 8).

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