Appuntamenti "fittizi", il caso coinvolge circa 30 mila prenotazioni: "Conferma che il tema non è marginale"
Giulia Marro (AVS) commenta i dati contenuti nell'informativa inviata dalla Regione al Ministero della Salute, rivelati da "Lo Spiffero"“Prima ancora che arrivassero a noi - che avevamo presentato un’interrogazione e richieste di accesso agli atti - la stampa ha già diffuso dati molto significativi sul numero di appuntamenti fittizi: quasi 30 mila prestazioni gestite con il sistema della data ‘non reale’. È la conferma che il tema non era affatto marginale. Se - come ha dichiarato l’assessore Riboldi - 100 mila visite aggiuntive erogate per far fronte all’emergenza liste d’attesa sono un numero ragguardevole, non pensiamo si possano chiudere gli occhi davanti ad una criticità di questa dimensione. Non si tratta di pochi casi isolati”. Il gruppo consigliare AVS in Regione interviene in una nota firmata da Giulia Marro dopo la diffusione dei dati sulle prenotazioni “non reali” registrate dal sistema SovraCUP, e sottolinea la necessità di trasparenza e chiarezza sui meccanismi di verifica dell’appropriatezza prescrittiva. I contenuti dell’informativa inviata dalla Regione Piemonte al Ministero della Salute sono stati rivelati in un articolo comparso su “Lo Spiffero”.
“Il tema delle visite fittizie non confermate a seguito della verifica dell’appropriatezza è a questo punto particolarmente rilevante. Risultano infatti rifiutate, a quanto apprendiamo, 4.300 prestazioni dall’Ospedale Santa Croce e Carle e 2.800 dall’Asl CN1 nel contesto del metodo delle prenotazioni non reali. Quanto a questa pratica stiamo ancora attendendo risposte a seguito di un’ulteriore interrogazione depositata la scorsa settimana. L’appropriatezza prescrittiva è una questione cruciale: sappiamo che il sistema sanitario soffre per il cosiddetto 'consumismo sanitario’, per la medicina difensiva e per l’aumento delle autodiagnosi. Ma è proprio per questo che serve capire in che modo si effettua questa verifica, se e come vengono coinvolti i medici di base e, soprattutto, se c’è stata sufficiente trasparenza nella comunicazione ai pazienti, che altrimenti sono andati verosimilmente ad ingrossare le fila del privato”.
La consigliera Giulia Marro, che per prima aveva sollevato il caso, conclude ribadendo l’impegno a proseguire l’attività di verifica e di proposta: “Continueremo a insistere per avere un quadro chiaro e completo, e per dotarci di strumenti che consentano di costruire proposte serie e, mi auguro, condivise da tutti gli interlocutori chiamati a garantire il diritto alla salute. Non si tratta solo di cercare responsabilità individuali, ma di restituire trasparenza e fiducia a un sistema che oggi mostra troppe ombre. La sanità pubblica si difende anche così: chiedendo chiarezza, con dati veri e con procedure giuste per tutti”.

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