"Prezzo e stabilità: l’energia che serve alle imprese"
Dal convegno di Confindustria Cuneo: disaccoppiamento, compensazioni Ets, autorizzazioni snelle e strumenti territoriali per ridurre il differenziale con l’UeElettricità a 108 €/MWh, fino all’87% in più della Francia. Nei settori energivori l’energia pesa fino al 45% dei costi: margini compressi, investimenti rinviati, filiere a rischio. Dal convegno “Caro Energia – Una sfida per le imprese” ospitato e promosso da Confindustria Cuneo arriva una risposta corale: visione di lungo periodo, strumenti immediati, alleanze sul territorio.
"Una politica energetica non si costruisce nell’emergenza: oggi non risolviamo tutto, ma diamo basi solide di lavoro comune", ha sottolineato Andrea Corniolo, responsabile Sicurezza Ambiente ed Energia di Confindustria Cuneo, introducendo i lavori per poi aggiungere: "Vogliamo ribadire che le aziende non sono sole: puntiamo a collegare i bisogni del territorio con le scelte nazionali". "Il caro energia non è una congiuntura, ma un problema di sistema: richiede un approccio integrato e lungimirante che garantisca energia sicura, efficiente e sostenibile - ha aggiunto Gian Luca Molino, presidente della sezione Energia di Confindustria Cuneo, che rappresenta 31 aziende -. Come aziende associate del settore chiediamo un quadro normativo chiaro per accompagnare la transizione e tutelare competitività e investimenti".
"L’energia non ha mille soluzioni: ne ha poche, da portare avanti con responsabilità di Paese e il mercato italiano resta il più caro d’Europa: servono disaccoppiamento, compensazioni Ets, autorizzazioni snelle e contratti di lungo termine", scandisce Aurelio Regina, delegato di Confindustria per l'Energia e per la Transizione energetica, che indica un mix “alla spagnola” - rinnovabili, termoelettrico efficiente e nuovo nucleare - come rotta industriale. La cassetta degli attrezzi è già in uso: Ppa con garanzia Gse, energy release, bandi regionali per rinnovabili ed efficienza, consorzi d’acquisto e comunità energetiche che riportano valore nei distretti. Obiettivo comune: costi da ridurre, ma non solo: "Non conta solo il livello del prezzo, ma la certezza su 5–10 anni: senza orizzonte stabile gli investimenti non si fanno".
A inquadrare il contesto globale è stato Michele Vitiello. segretario di World Energy Council Italia: "La “just transition” mette la persona al centro e compone il trilemma tra sicurezza, sostenibilità e accessibilità". La domanda cresce (Ia, data center, industrializzazione dei Paesi emergenti) mentre le reti italiane vanno rafforzate: "Le reti di trasmissione non sono ancora adeguate alla crescente elettrificazione; i sistemi di accumulo sono distribuiti in modo disomogeneo". Un’opportunità strategica per il Paese: "L’Italia può ambire a diventare hub europeo del riciclo delle materie critiche, valorizzando competenze ed economia circolare".
Dal fronte Ue, Nicola Calvano, delegato a Bruxelles per Confindustria Cuneo, ha richiamato la svolta regolatoria: "Siamo passati dal Green Deal al Clean Industrial Deal: transizione sì, ma non più ideologica; deve essere pragmatica e compatibile con la nostra architettura industriale". Le priorità: prezzi accessibili, unione dell’energia, investimenti e sicurezza: "La frammentazione del mercato unico va superata: senza un “level playing field” tra Stati membri e strumenti comuni, il rischio è la delocalizzazione e la perdita di competitività".
Ottavio Retico, senior energy Advisor del Gse (Gestore dei Servizi Energetici) Gse ha illustrato il ruolo “abilitante” dell’ente: "Non solo attuatore, ma facilitatore della transizione per le imprese". Sul fronte prezzi, un segnale dalle aste: "La prima procedura Ferx ha mostrato offerte fotovoltaiche anche sotto 60–65 €/MWh: è l’avvio concreto del disaccoppiamento a favore dei consumatori industriali". Nel 2024, "oltre 8 miliardi di euro di incentivi e 700.000 i titoli di efficienza energetica" hanno contribuito a mitigare i costi.
Anche la tavola rotonda conclusiva ha fornito spunti d’interesse. Elisa Guyot, dirigente Sviluppo Energetico Sostenibile della Regione Piemonte ha quantificato la spinta locale: "Della programmazione FESR 2021–27, circa 130 milioni sono stati destinati alle imprese". Focus rinnovabili: "Abbiamo allocato 73 milioni, finanziando circa 230 aziende e favorendo l’installazione di 70 MW". In pipeline, la pianificazione per accelerare gli iter: "Stiamo redigendo il Piano regionale delle zone di accelerazione per le rinnovabili, da adottare e portare in VAS entro il 21 febbraio 2026". E la disponibilità a proseguire: "Valutiamo un terzo bando nel 2026 sulla base della domanda espressa dalle imprese".
Sul terreno delle alleanze di acquisto è intervenuto Marco Sbuttoni, presidente del Consorzio Grande Energia di Confindustria Cuneo: "Mettersi insieme conviene: si porta al tavolo dei fornitori un profilo di consumo solido e si negozia meglio". L’obiettivo non è solo spuntare un prezzo: "Per l’impresa è decisiva la prevedibilità: sapere quanto costerà l’energia tra cinque anni guida piani industriali e clienti".
A chiudere, l’esperienza Cer Roero, illustrata da Walter Cornero: "Il 90% delle risorse, al netto dei costi di gestione, torna a cittadini e imprese". Per le Pmi "l’incentivo da condivisione vale tra 12 e 14 c€/kWh, cumulabile con il 40% a fondo perduto PNRR"; per le grandi imprese "restano percorribili schemi come produttori terzi e contratti con la Cer".

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