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CUNEO - Thursday 20 November 2025, 09:54

"Alle coppie che si separano dico: per amore dei vostri figli, lasciatevi in pace"

Il messaggio del Garante regionale Giovanni Ravalli in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che si celebra oggi, 20 novembre
"Alle coppie che si separano dico: per amore dei vostri figli, lasciatevi in pace"

Pubblichiamo il messaggio del Garante regionale Giovanni Ravalli in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che si celebra oggi, 20 novembre.

Il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti del fanciullo, divenuta il trattato sui diritti umani più ratificato a livello globale. In attuazione dei principi sanciti dalla Convenzione, è stato istituito il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, organo preposto alla tutela e alla promozione dei diritti dei minorenni. A ventisei anni di distanza, sono stati compiuti importanti progressi nella tutela dei minori, ma permangono ancora significative sfide da affrontare. L’evoluzione rapida e costante della società comporta l’emergere di nuove problematiche, dinanzi alle quali coloro che sono impegnati nella protezione dei diritti dei minorenni sono chiamati a confrontarsi. Tra queste rientra il tema che ho individuato per l’anno in corso.

Una parte consistente delle segnalazioni pervenute al Garante riguarda la difficoltà, da parte dei segnalanti, nell’esercizio della responsabilità genitoriale. Tale criticità emerge soprattutto nei casi di separazioni coniugali caratterizzate da una grande conflittualità, spesso irrisolta e non affrontata attraverso percorsi di mediazione, talvolta non attivati per mancanza di possibilità o di volontà. L’elevata litigiosità genitoriale non può prescindere dagli effetti sui figli: un rapporto viene definito altamente conflittuale quando i minori rischiano di subire danni dalla crisi separativa principalmente a causa dell’incapacità dei genitori di riconoscere e farsi carico dei bisogni e delle esigenze del figlio.

Il danno non è determinato tanto dalla separazione in sé, quanto dalla qualità delle relazioni familiari. In alcune situazioni, nelle separazioni caratterizzate da elevata conflittualità, le difficoltà emotive possono intensificarsi con il passare del tempo e manifestarsi solo nella tarda adolescenza o addirittura in età adulta. Disturbi comportamentali, scarso rendimento scolastico e dipendenze sono solo alcuni dei comportamenti che si possono manifestare a seguito di un alto conflitto genitoriale. Le conseguenze fisiche e comportamentali sono influenzate da diverse variabili, tra cui l’età del bambino: al di sotto dei tre anni si ha una maggiore vulnerabilità attribuibile alla mancata comprensione delle circostanze ambientali, anche se comunque si ha la percezione del cambiamento nella routine, in risposta alla quale i bambini possono mostrare irritabilità, alterazione del ritmo sonno/veglia o dell’appetito.

Secondo Erik Erikson, psicologo e psicoanalista tedesco esperto di sviluppo psicosociale, tra i 3 e i 6 anni il bambino inizia a sviluppare il senso di moralità. In questa fase evolutiva può insorgere il senso di colpa rispetto ai problemi dei genitori: vi è infatti il rischio che i bambini si sentano responsabili della conflittualità familiare e continuino a fantasticare sulla riunificazione dei genitori, anche a distanza di molto tempo e nonostante la formazione di nuovi legami affettivi da parte degli adulti.

La Società italiana di pediatria ricorda che nei bambini che vivono l’alta conflittualità cronica dei genitori, non è insolito osservare disturbi comportamentali quali episodi anoressici o insonnia, stati depressivi, difficoltà a sviluppare relazioni intime. Gli adolescenti comprendono meglio tali situazioni, ma possono avere difficoltà ad accettarle; possono farsi carico di questioni adulte, soprattutto quando i genitori sembrano vivere una “seconda adolescenza” con confusione delle regole alla base della disciplina familiare. Tutto ciò genera insicurezza e può portare a comportamenti malsani.  

La normativa vigente, da ultimo modificata con la cosiddetta "Riforma Cartabia", stabilisce che “il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale” (art. 337 ter c.c.). 

Inoltre, il principio della bigenitorialità, sancito nella sopra citata “Convenzione sui diritti del fanciullo” trova riconoscimento nel nostro Paese nella Legge 54/2006, che prevede l’affidamento condiviso per i figli di coppie separate anche non sposate. La bigenitorialità non consiste nel trascorrere uguale tempo con entrambi i genitori, ma significa partecipazione attiva e quindi coinvolgimento di entrambi i genitori nel progetto educativo, di crescita, di assistenza dei figli, in modo da creare un rapporto equilibrato che possa risentire il meno possibile dell’evento della separazione.

Nella Riforma Cartabia ampio spazio viene riservato alle modalità di supporto e accompagnamento alla nuova emergenza delle separazioni altamente conflittuali. Tra le misure previste troviamo la valorizzazione della mediazione familiare, un intervento professionale rivolto alle coppie, alle famiglie e finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di situazioni di criticità o di una volontà di separazione e/o di divorzio. Per mediazione familiare si intende “un processo collaborativo di risoluzione del conflitto”, in cui le coppie o le famiglie in crisi sono assistite da un soggetto terzo imparziale - il mediatore - per comunicare l’una con l’altra e trovare una risoluzione accettabile per entrambi.
Tra gli obiettivi della mediazione familiare vi è anche il raggiungimento della co-genitorialità ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli. 

Con riferimento ai diritti dei minori coinvolti in tutte le separazioni dei genitori, si rammenta che nel 2018 l’Autorità Garante Nazionale ha realizzato la “Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori”, un decalogo ispirato ai principi sanciti dalla Convenzione di New York, che individua i diritti dei bambini e dei ragazzi al fine di promuovere la loro centralità nella costruzione del nuovo assetto familiare successivo alla separazione. 

I figli hanno il diritto di continuare ad amare e ad essere amati da entrambi i genitori e di mantenere i loro affetti, il diritto di continuare ad essere figli e di vivere la loro età, di essere informati e aiutati a comprendere la separazione dei genitori, di essere ascoltati e di esprimere i loro sentimenti, di non subire pressioni da parte dei genitori e dei parenti, il diritto a che le scelte che li riguardano siano il più possibile condivise da entrambi i genitori, il diritto di non essere coinvolti nei conflitti tra i genitori e quello al rispetto dei loro tempi.

Con linguaggio molto semplice e immediato la Carta ci dice quanto sia complessa la situazione a seguito della separazione. Fondamentale quindi è il concetto per cui i genitori continuano a rimanere tali anche a seguito della separazione, mantenendo il proprio ruolo di guida e punto di riferimento. È necessario promuovere la centralità dei figli nel momento della crisi di coppia, partendo dall’ovvio presupposto che dopo l’evento separativo la situazione non potrà più essere quella di prima, ma che è necessario accompagnare gli adulti e i minori a costruire una nuova normalità, in cui gli interessi di questi ultimi rimangano sempre prioritari e in cui essi possano continuare a vivere nella propria famiglia, anche se in una forma diversa.  

La figura del Garante rappresenta un ponte tra le esigenze dei minori e le istituzioni. Partendo anche dalla casistica presentata all’Ufficio, il Garante si adopera per riportare le segnalazioni ricevute, affrontare le problematiche emerse e proporre interventi migliorativi della normativa regionale. Desidero ringraziare la Regione Piemonte e invitare le istituzioni a proseguire nell’impegno per la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Riscontro un significativo apprezzamento per i Progetti educativi familiari (Pef) volti alla promozione di una genitorialità positiva, così come per i Centri per la famiglia, che offrono servizi territoriali per il supporto alle famiglie, tra cui informazioni, consulenze, mediazione familiare e servizi di prossimità. Concludo con un appello alle coppie in fase di separazione e/o divorzio: lasciatevi in pace, per amore dei vostri figli, lasciatevi in pace.

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Piemonte Giovanni Ravalli

 

c.s.
luogo CUNEO
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Tag:
bambini
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