E se dopo una vita di separazioni ci aspettasse unâeternitĂ insieme?
Una riflessione per chi soffre, costretto a separarsi dalle persone careĂ domenica. In stazione a Torino passano i treni, frettolosa la gente corre ai binari. Nello sguardo delle persone si vede che il sabato del villaggio è finito, che si è richiamati a svolgere quello che la vita assolve. Vado al suo binario: un ultimo saluto, eterno. Ma il tempo corre e il treno non aspetta. Ă ora di separarsi, lasciarsi, fino al weekend successivo. Quanti giorni attendono? Cinque. Cinque giorni sono unâeternitĂ se ti manca qualcosa di cosĂŹ importante. Ă vero che, come ricordava Piero Calamandrei, âla libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale solo quando comincia a mancareâ, ma anche lâamore è come lâaria e senza di esso il cuore raggrinzisce, diventa rigido, ma fragile come una foglia secca. Il treno parte e con esso la serenitĂ che provavo fino a quel momento. Un vuoto compare dentro di me, come se nella separazione si sperimentasse il gelido distacco della morte. Non sembra esserci cosa, persona o speranza disposta a coprire quel vuoto. Nelle strade di Torino passa la gente e in me solo una profonda tristezza e mi domando se solo si potesse vedere cosa ho dentro. Ma poi ricordo le persone che alle stazioni si salutavano: un abbraccio intenso, lacrime e strade separate allâimprovviso chissĂ per quanto.
Questo è lo spazio delle stazioni: lo spazio trascurabile tra chi si stringe e lo spazio smisurato di chi si separa. E il luogo in cui si muore un pochino, ma si rinasce anche un pochino.
Ă venerdĂŹ. Ad Alessandria il cielo è pallido, ma la felicità è tanta. Freme la gioia dellâincontro, dopo una settimana solo. Il riso nei campi della Lomellina è maturo, quasi pronto per essere raccolto e diventare pietanza. Quanto ci offre la vita e quanto ci toglie in fondo. Ci dĂ la gioia degli incontri, sempre diversi uno dallâaltro, belli come se fossero sempre inediti. Ma ci lascia il dolore delle separazioni e il dolore della morte. Noi, piccole pedine nelle mani di Dio (per chi ci crede) o del destino, possiamo stringerci, sempre piĂš forte. Possiamo ricordare, sfumature di luoghi, emozioni, luci, profumi e suoni che condividiamo con le persone a noi care. Possiamo essere vicini a chi sta passando un momento difficile, auspicando che un domani qualcuno possa essere vicino a noi. E convincerci in fondo che la nessuna separazione è per sempre e che, come sostiene il filosofo Emanuele Severino, al di lĂ di tutto ci aspetta unâeternitĂ insieme.
Federico Mellano

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