Nel 2024 oltre 29mila persone sono state aiutate dalla Caritas in Piemonte e Valle d’Aosta (che fanno parte della stessa regione ecclesiastica), un numero più alto rispetto all’anno precedente, quando erano state meno di 25mila. Questo aumento si inserisce in una crescita generale, che ha toccato tutta l’Italia. Secondo i dati del
report “La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas”, pubblicato a giugno 2025, le persone accolte e sostenute dai centri di ascolto e dai servizi della rete Caritas in Italia sono state 277.755, il 3% in più rispetto al 2023. “
È una cifra significativa, che colpisce per la sua ampiezza e per la gravità delle situazioni che rappresenta, anche perché il dato è da intendersi come parziale, in quanto riferito esclusivamente ai centri Caritas informatizzati; le informazioni provengono infatti da 3.341 servizi distribuiti in 204 diocesi […], circa la metà di quelli promossi e/o gestiti dalle Caritas diocesane e parrocchiali del nostro Paese”, si legge nel report.
A livello nazionale, confrontando il dato del 2024 con quello del 2014 emerge che il numero di persone accompagnate è cresciuto del 62,6%. E l’aumento più consistente si registra al Nord (+ 77%). Nelle regioni settentrionali in particolare sono aumentate le famiglie in condizione di povertà assoluta: in dieci anni il numero è quasi raddoppiato.
Guardando ai dati regionali, nel 2024 in Piemonte sono state sostenute dalla Caritas 7,1 famiglie ogni mille famiglie residenti, uno dei dati più alti tra le regioni del Nord. Va peggio solo in Emilia-Romagna e in Liguria, dove il numero sale rispettivamente a 9,3 e 10,9 ogni mille famiglie. Numerosi sono anche i nuclei con figli che chiedono aiuto. Nelle Caritas di Piemonte e Valle d’Aosta il 38% delle persone ascoltate ha detto di avere figli, un dato che però è ben al di sotto della media nazionale, pari al 63,4%.
La maggior parte delle persone che chiede aiuto alla Caritas in Piemonte e Valle d’Aosta è straniera (57,8%), ma elevato è anche il numero degli italiani (quasi 42%). Molti degli assistiti poi sono in carico da diversi anni, ma ci sono anche tanti nuovi poveri: il 38,3% dei piemontesi e valdostani che nel 2024 si è rivolto alla Caritas l’ha fatto per la prima volta.
La situazione nella
provincia di Cuneo non è molto diversa da quella del resto della regione. Secondo i dati diffusi a fine maggio nel report della Caritas diocesana del territorio “Destini - La povertà, un’eredità che pesa”, nel 2024 la rete Cuneo-Fossano ha incontrato 1.725 “capifamiglia”, un numero più alto dell’8% rispetto all’anno precedente. Ma il quadro è ancora più significativo se si confrontano i dati del periodo tra il 2021 e il 2024: l’aumento è stato del 55%.
Anche in Granda, come nel resto del Piemonte, sono tante le famiglie che si rivolgono alla Caritas da più anni: il 47-48% delle persone e delle famiglie assistite dalla Caritas diocesana di Cuneo e Fossano utilizza i servizi da più di quattro anni. Quando si vive in una situazione di disagio economico è sempre più difficile uscirne. “Notiamo che la povertà rischia di essere un destino che passa di generazione in generazione”, aveva detto il direttore della Caritas diocesana Enrico Manassero alla presentazione del report.