CUNEO - Piazza Europa, il dibattito continua. “Mai detto che il ricorso non sia legale” risponde Pellegrino a Massa

Il capogruppo centrista, in veste di “muratore”, replica all’avvocato e a un altro lettore: “Si travalica il merito del progetto”

Redazione 15/10/2025 18:50

Tra “il giardiniere” e “il muratore” - due pseudonimi cari al geometra e consigliere comunale Vincenzo Pellegrino - sui social c’è da credere che i lavori per la nuova piazza Europa, a Cuneo, siano già incominciati. Invece incombe la giustizia, dopo che il Consiglio di Stato ha imposto lo stop - formulando pesanti giudizi sul progetto, in particolare riguardo all’abbattimento dei cedri - e rimandato tutto al Tar. Pellegrino, capogruppo di Centro per Cuneo e grande sostenitore della riqualificazione, ha preso carta e penna - in senso lato - per esternare sul suo profilo Facebook alcune perplessità sull’intera vicenda: “Non discuto il diritto a ricorrere per vie legali. Ma da amministratore mi chiedo: è giusto che progetti pubblici approvati, legittimi e sostenuti dalla volontà popolare possano essere fermati in questo modo?”. Affermazione, questa, che non è piaciuta a un lettore della nostra testata: “Pellegrino manifesta protervia oltre a scarso senso delle istituzioni” ha replicato Giovanni Simonetto. Un’ulteriore replica è arrivata da Claudio Massa, ex presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cuneo: “Mi spiace che un pubblico amministratore di una città come Cuneo possa alimentare dei dubbi del genere che paiono in palese contrasto con il fondamentale principio della separazione dei poteri”. Osservazione condita da una riflessione sul rapporto tra il consenso e una “giurisdizione robusta”: “Il consenso dei cittadini è una bella cosa anche se sovente è ottenuto con strumenti di tipo populistico ma non esime dal rispetto delle leggi, ricadendosi diversamente in forme di democrazia che, come affermato dallo studioso Zizek, cominciano pericolosamente a somigliare a sistemi di “fascismo liberale”, dove con il consenso del popolo si può aggirare il rispetto delle norme”. Ora è di nuovo Pellegrino a risponde, rassicurando anzitutto sulle premesse: “Non ho mai scritto, detto o pensato che il ricorso fosse illegale; non ho mai negato l’autorità del Consiglio di Stato; non ho mai affermato che la legge debba piegarsi al consenso popolare. Se l’ho fatto, anche solo per sbaglio, sono pronto a chiedere scusa. Ma rileggendo quanto scritto, mi pare di aver solo posto una domanda di metodo, non una dichiarazione di guerra ai principi costituzionali”. “Quanto al riferimento a Zizek e al ‘fascismo liberale’, - aggiunge il consigliere - confesso la mia ignoranza. Non so chi sia Zizek e, con due nonni segnati da quel periodo (uno deportato, l’altro con le attività chiuse per essersi rifiutato di indossare la camicia nera), l’unico fascismo che conosco è quello che si combatte, non quello che si evoca per ragionare di piante”. Il post ha innescato un altro giro di commenti, con il collega centrista Ettore Grosso che prende le parti di Pellegrino e gli ex candidati sindaci Gigi Garelli e Franco Civallero sul fronte opposto. “Siamo ormai di fronte a un dibattito che ha travalicato il merito del progetto, per concentrarsi sul giudizio personale” aveva detto lo stesso Pellegrino, rispondendo alla precedente missiva: “Lei mi accusa di ‘protervia’ (che, detto in parole semplici, sarebbe una testardaggine un po’ arrogante) e di ‘scarso senso delle istituzioni’, quando ho semplicemente posto, da consigliere eletto, una domanda legittima sul rapporto tra democrazia rappresentativa e ricorso giudiziario”. Comunque vada, la certezza è che la decisione dei giudici sul futuro di piazza Europa lascerà addosso un senso di “ingiustizia subita” alla parte che ne farà le spese, sia che le toghe alla fine decidano di salvare gli alberi, sia che diano il via libera alle ruspe.

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