Alba, Bergamo e Parma celebrano l’iscrizione della Cucina Italiana nel patrimonio Unesco
Il sindaco Alberto Gatto: “Abbiamo costruito la nostra reputazione gastronomica, diventando Città Creativa Unesco, grazie alla capacità di valorizzare le singole eccellenze”Le città di Alba, Bergamo e Parma, unite dal network delle Città Creative Unesco per la Gastronomia, accolgono con grande soddisfazione l’iscrizione della Cucina Italiana nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Un riconoscimento che valorizza la ricchezza culturale, sociale ed economica della tradizione gastronomica italiana e conferma l’importanza dei saperi, dei gesti e delle pratiche che la rendono un patrimonio condiviso e riconosciuto in tutto il mondo.
La cucina italiana è un valore fondamentale: unisce territori diversi, custodisce tradizioni radicate e continua a evolvere grazie alla creatività delle comunità, alla qualità delle produzioni locali e alla capacità di innovazione che caratterizza il Paese.
Come Città Creative Unesco, Alba, Bergamo e Parma condividono da anni un percorso comune di valorizzazione territoriale attraverso la cultura gastronomica.
L’iscrizione della Cucina Italiana tra i patrimoni culturali immateriali dell’Unesco rafforza questo impegno e apre nuove opportunità di collaborazione su scala nazionale e internazionale: progetti culturali congiunti, iniziative educative, scambi professionali e un’azione coordinata di promozione della cultura gastronomica italiana.
Le tre città confermano la volontà di proseguire insieme nel promuovere una gastronomia capace di coniugare tradizione, sostenibilità, innovazione e inclusione, contribuendo in modo concreto alla missione della rete UNESCO e alla valorizzazione internazionale della cucina italiana.
“Il riconoscimento della Cucina Italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco è un traguardo che ci coinvolge in modo particolare — ha dichiarato Alberto Gatto, sindaco di Alba —. Alba ha costruito la sua reputazione gastronomica, diventando Città Creativa Unesco, grazie alla capacità di valorizzare le proprie eccellenze, dal tartufo bianco ai vini e agli altri prodotti locali, trasformandole in un motore culturale, sociale ed economico per l’intero territorio. Valorizzare la nostra cucina significa mettere al centro le persone, i saperi e le tradizioni, trasformando la qualità e l’eccellenza in opportunità concrete di sviluppo. Significa fare rete tra produttori, comunità, istituzioni e imprese, promuovendo sostenibilità, inclusione e partecipazione, e creando un modello in cui cultura, innovazione e lavoro si rafforzano a vicenda. La nostra Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, appena conclusasi, ne è un esempio concreto: ha ospitato chef e ricette da tutt’Italia e attirato visitatori da oltre 70 paesi, confermando l’internazionalità e l’attrattività del nostro territorio e del nostro Paese. Questo riconoscimento rafforza il nostro impegno a continuare su questa strada, facendo della gastronomia uno strumento per generare valore condiviso e raccontare con semplicità e autenticità la ricchezza del nostro territorio”.
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