Contenimento del cormorano, ora anche i cacciatori possono sparare
Fino a 115 abbattimenti all’anno nel piano provinciale, si amplia la tutela delle specie ittiche. Ma il canone per le riserve di pesca rimane: lo impone la leggeLa “caccia” al cormorano entra in una nuova fase con l’approvazione del nuovo piano provinciale di contenimento. Un documento che è arrivato in sala Giolitti a tempo di record, sottolinea il consigliere delegato Simone Manzone: pochi giorni appena per ottenere l’approvazione dell’Ispra (Cuneo è la prima fra le province piemontesi ad averla) e votare, all’unanimità, in Consiglio provinciale.
“L’obiettivo che il piano si pone è il contenimento della pressione predatoria su un patrimonio ittico già in sofferenza, considerato che ogni esemplare può consumare oltre mezzo chilo di pesce al giorno, incidendo in modo significativo sugli ecosistemi acquatici” scrive l’ente in una nota, rilevando che il piano 2025-2030 “rappresenta un importante passo avanti nella gestione della fauna ittica locale e nella tutela dell’equilibrio ecologico degli ambienti fluviali del territorio”.
Le principali novità riguardano il rafforzamento della tutela delle specie ittiche autoctone (oltre alla trota marmorata, sono inserite tra le specie da proteggere in via prioritaria il temolo e la savetta), l’ampliamento delle aree di intervento e il coinvolgimento di nuovi soggetti attuatori. “Nel precedente piano - ricorda Manzone - solo le squadre della Provincia potevano attuare il contenimento, ora le guardie venatorie volontarie e i cacciatori potranno essere formati”.
Ferme restando le prescrizioni dell’istituto superiore ambientale: no ad abbattimenti dove ci sono emissioni di alloctoni, rispetto delle distanze e utilizzo di munizioni atossiche. Si ampliano le aree geografiche interessate, includendo oltre al Gesso alcuni tratti di Stura, Maira, Varaita, Po, Tanaro e Corsaglia con le aree limitrofe. Nel complesso si passa dai circa 70 km del precedente piano ai circa 210 km dell’attuale. Il piano sarà attuato dal 15 settembre 2025 al 15 marzo 2026. In questa annualità sarà consentito l’abbattimento di un massimo di 115 esemplari, pari al 10% del censito, su una popolazione stimata tra 1.115 e 1.600 cormorani nel territorio provinciale.
Nulla da fare per quanto riguarda la sospensione dei canoni di pagamento per la gestione delle richieste di pesca. Una richiesta formulata dal consigliere Silvano Dovetta: “Non è giusto che chi non ha più le trote e non può immetterle debba pagare le quote per la gestione. È un problema enorme a livello turistico, al rinnovo la Provincia non prenderà più nulla perché nessuno rinnoverà queste gestioni”. Sul punto, precisa il presidente Luca Robaldo, non è possibile intervenire con una deroga, ma si può tentare di dilazionare: “La legge ci impedisce di sospendere il pagamento dei canoni, valuteremo se è possibile posticiparlo a un momento economicamente più favorevole per chi gestisce le riserve”.
Nel frattempo, si ampliano anche le aree di pesca “no kill” che ora includono tre nuove zone a Cavallermaggiore sul Maira, a Polonghera sul Varaita e a Roccavione sul Vermenagna.
Andrea Cascioli

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