Cuneo, addio allo zig zag di via Pavese: “Poco utile, ma è stato un intervento futuristico”
Fin dai primi tempi aveva suscitato proteste e l’ironia di Striscia. L’assessore Dalmasso l’ha difeso, il suo successore lo liquida: l’intero intervento era costato più di 100mila euroC’era una volta l’“urbanistica tattica”. Vanto dell’amministrazione Borgna e del suo assessore alla Mobilità Davide Dalmasso, che ne aveva difeso anche le più estreme conseguenze: il particolare la famosa - o famigerata - chicane di via Cesare Pavese, oggetto di uno degli interventi più controversi sulla viabilità cuneese.
Quando nel 2021 i residenti si erano trovati davanti quella linea di mezzeria a zig zag, le ironie si sprecavano: “Sembra di giocare al videogioco di Mario Kart”, “Mancano ancora guardrail e cordoli e poi è Formula Uno”, “Mio figlio sta studiando le linee spezzate, proporrò la gita d’istruzione in via Pavese” si leggeva in alcuni dei commenti sui social. Una troupe di Striscia la Notizia si era recata apposta a Cuneo per osservare da vicino la “psicosegnaletica in stato di ebbrezza”. Dalmasso, intervistato, si era lamentato del trattamento ricevuto dal tg satirico: “Tutto è stato decontestualizzato”.
La notizia è che da qualche giorno la gimkana non c’è più e neanche i parcheggi a bordo strada, sostituiti da due piste ciclabili laterali e due attraversamenti rialzati. “È un intervento voluto e condiviso con il comitato di quartiere San Paolo” spiega l’attuale assessore alla Mobilità Luca Pellegrino. Il costo dei lavori, finanziati tra le misure per la sicurezza stradale, è stimato fra i 60 e i 70mila euro, ma comprende un intervento più ampio: “Non è una sola ridefinizione di via Pavese, sono finanziate anche opere di moderazione del traffico con due piazze rialzate su via Momigliano”. Non un semplice tacon, in altre parole: quattro anni fa si erano spesi 104mila euro per l’intero intervento, di cui 64mila per la bitumatura e il rifacimento degli incroci.
“Le chicane, così come erano state pensate in avvio della zona 30, risultavano poco utili” ammette Pellegrino. Riconoscendo che le proteste di allora non erano proprio campate per aria: “Quell’intervento era molto futuristico, ma così com’era stato strutturato non molto efficace”. Lo zig zag era motivato dai parcheggi in strada, “che però sono rimasti quasi sempre inutilizzati”.

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