La Camera di Commercio? Piace a chi la conosce meglio: “La burocrazia è il primo problema”
In cinque anni Cuneo ha perso mille imprese, ma guadagnato solidità. Cirio scherza sulla cassa integrazione: “Quando i dati fanno notizia, vuol dire che sono rari”Un bilancio condiviso da due presidenti, quello in carica, Luca Crosetto, e il suo predecessore diretto Mauro Gola. La Camera di Commercio sfodera i suoi numeri agli sgoccioli di un mandato quinquennale che ha visto l’attività dell’ente camerale crescere molto. Lo dicono i dati: “Siamo arrivati a quasi 50mila pratiche nel 2024. - ricorda la segretaria generale Patrizia Mellano - Dodicimila in più rispetto al 2019-20: è in crescita anche il numero di pratiche per addetto, pur restando ai vertici della classifica nazionale per tempi di evasione”.
È l’effetto, spiega, di una “ristrutturazione” del sistema imprenditoriale che ha portato la Granda a perdere circa mille imprese, nonostante un analogo incremento delle imprese straniere: “Una tendenza di lungo periodo, ma accompagnata da una maggiore strutturazione delle imprese. Aumentano le società mentre continuano a scendere le imprese individuali”. A fine 2024 le aziende erano 80.700, comprensive delle unità locali di multinazionali come Michelin, Alstom e ITT. Le imprese più strutturate sono anche quelle che assumono di più, motivo per cui il mondo del lavoro non ha risentito del processo: “Siamo al 70,5% di occupazione con una disoccupazione al 2,8%, un dato meramente frizionale”.
Preoccupa, semmai, il riflesso dell’invecchiamento demografico sulla classe imprenditoriale: “L’incidenza degli under 50 in soli cinque anni è scesa di oltre 4 punti percentuali. Uno degli aspetti da considerare nel prossimo mandato”. L’indicatore più solido dello stato di salute industriale è la propensione all’export: nel 2024 la provincia di Cuneo ha sfondato la barriera degli 11 miliardi di euro, erano otto nell’ultimo anno pre-pandemico, il 2019.
In mezzo, ricorda Gola, c’è stata la riforma che ha accorpato le camere, passate da otto a quattro in Piemonte: “Se Cuneo non ha dovuto ‘allearsi’ con altre province è perché aveva una vivacità produttiva e imprenditoriale”. Il prossimo anno la sede camerale cuneese festeggerà cento anni: l’ente ha iniziato un recupero architettonico che vuole raccontare questo secolo al fianco delle imprese, spiega il presidente. Ad Alba è in atto un restauro altrettanto importante, nella sede in cui è ospitata anche l’Agenzia delle Dogane. “È stato un momento complicato” ricorda Crosetto: “Avevamo di fronte un compito importante: abbiamo raggiunto un ottimo equilibrio per portare a termine un percorso e continuare a porre le imprese al centro”.
In collegamento da Torino, il presidente della Regione Alberto Cirio porta il suo saluto ricordando la figura di Giacomo Oddero e concedendosi qualche ironia: “Ho visto ampiamente pubblicizzati alcuni dati negativi sulla cassa integrazione: quando fanno notizia, vuol dire che sono rari”. Poi arriva la risposta seria: “Guardiamo con preoccupazione al settore dell’auto. Il 70% dell’automotive piemontese esporta in Germania, è evidente che questi primi mesi sono segnati dalla crisi dei grandi produttori tedeschi”.
Nel bilancio di mandato entrano le “pagelle” che la Camera di Commercio ha commissionato all’istituto demoscopico Ipsos: “Di fronte alle incertezze, la Camera di Commercio di Cuneo è comunque giudicata un punto fermo dalle aziende del territorio” sintetizza il sondaggista Nando Pagnoncelli, evidenziando i risultati di 200 interviste telefoniche ad altrettante aziende e colloqui con esponenti degli enti e degli ordini professionali. “Più si frequenta la Camera di Commercio, più i giudizi sono positivi, circostanziati e approfonditi” sottolinea Pagnoncelli: i voti più positivi, infatti, sono quelli che arrivano dal 51% di aziende che ha rapporti diretti con l’ente, mentre un altro 34% dichiara di avere una relazione intermediata da commercialisti e altri professionisti. Questo valore è in aumento di due punti rispetto alla precedente ricerca del 2023, ma soprattutto è di un 7% superiore alla media nazionale del 44%. Anche la soddisfazione si mantiene stabile rispetto al 2023 (77% contro il precedente 78%), sei punti sopra il dato nazionale e tre punti sopra alle aziende del Nord Ovest interpellate per la ricerca Unioncamere.
La ricerca su Cuneo ha affrontato anche il tema energetico, rispetto al quale si mantiene stabile (54%, dal 55%) la quota di coloro che ritengono sia un problema e che in prospettiva lo diventerà ancora di più. A distanza di un anno sono stati verificati gli investimenti per l’efficientamento energetico: il 24% delle imprese dichiara di avere già investito o di essere pronto a farlo, il 52% afferma di non avere intenzione di farlo. Il 48% (quasi un’impresa su due) dichiara di non investire sui temi della sostenibilità: “Va sottolineato - avverte il sondaggista - che tante ricerche evidenziano un’attenzione crescente a questo impatto, con un forte impatto sulla reputazione aziendale”.
In tema di rapporti con l’ente, il 58% pensa che i servizi siano in linea con le esigenze delle imprese, mentre il 17% non è d’accordo: “La Camera è vista come un ente innovativo, vicina alle imprese e ai professionisti e con un’offerta allineata alle loro esigenze: c’è una grande prossimità”. Tra i problemi che gli utenti segnalano, uno è dominante: “Il tema della burocrazia è molto avvertito e segna una crescita importante anche a Cuneo, al 60% contro il 58% nazionale e 62% nel Nord Ovest. La semplificazione della burocrazia è considerata anche un problema di difficile soluzione, nel senso che non si ritiene che la Camera possa eliminarlo da sola”.
Andrea Cascioli

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