“La montagna non è la meta di una disinvolta passeggiata”
L’appello di un gruppo di amministratori delle “terre alte” è rivolto agli escursionisti: “La presunzione di poter essere soccorsi in ogni caso è una certezza insidiosa”Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio direttore,
prepararsi per andare in montagna è come andare ad un incontro piacevole. Ci si va coscienti e predisposti. La montagna non è inerte ma viva. Non è la meta di una disinvolta passeggiata, ma è una escursione verso nuovi panorami, nuovi orizzonti. Mentre al mare ci si va per abbandonarsi all’acqua e alla spiaggia, e nella città d’arte ci si va per ammirare, in montagna ci si va per vivere quella natura.
Con questi convincimenti noi amministratori delle “Terre alte” abbiamo seguito con soddisfazione e interesse a Valdieri - e ringraziamo autrice e organizzatori - l’istruttivo documentario “In montagna con gli esperti” della videomaker e giornalista Tiziana Fantino, sul come deve comportarsi chi frequenta la montagna. Da qui prendiamo spunto per affermare alcune semplici considerazioni frutto delle nostre constatazioni.
Le cronache giornalistiche registrano numerosi fatti drammatici che avvengono in montagna perché ci si avventura con superficialità, noncuranza o supponenza, trascurando che è fondamentale considerare la montagna una meta di svago e di serena conquista. La montagna è conquista di bellezza, e come ogni conquista esige passione, rispetto, regole di comportamento, riconoscimento di limiti. L’avvertimento prioritario per chi sale in montagna è che la si deve raggiungere pronti ad ogni sua reazione naturale (intemperie, difficoltà di percorso, frane, valanghe ecc. ecc.). Per questo vi è una certezza insidiosa e preoccupante per sé e per altri: la convinzione o, peggio, la presunzione di potere in ogni caso essere soccorsi.
Quello del soccorso alpino è ritenuto un fenomeno doveroso, obbligato, imprescindibile, ma che purtroppo allenta in molti il senso di responsabilità personale, e fa trascurare le necessarie precauzioni di sicurezza. È evidente considerare in concreto, a seconda delle varie escursioni, la copertura del segnale telefonico, l’adeguata attrezzatura (per lo sci alpinismo sono necessari Artva, sonda e pala), la conoscenza dei percorsi, e anche l’indicazione alla base di partenza delle proprie mete.
Come servizio sociale svolto da volontari di vari organismi e specializzazioni, il problema della sicurezza è essenziale: dalla copertura telefonica, al monitoraggio costante della montagna, al servizio informazioni (meteorologico), ai presìdi alpini e ai rifugi.
Noi amministratori dei Comuni di montagna non siamo gelosi di chi viene nel nostro territorio, anzi ne siamo orgogliosi; ma richiamiamo tutti al senso di responsabilità per quanto riguarda l’utilizzo obiettivo del sistema di sicurezza, nonché a contribuire a garantirne l’efficienza e la tempestività. Inoltre, vanno studiate apposite polizze assicurative, forme di compartecipazione alle spese di soccorso, rimborsi parziali, incentivi anche finanziari al volontariato (medici, infermieri, soccorritori). In più, è opportuno reperire i volontari fra i residenti nello specifico territorio. Infine, è lungimiranza predisporre nelle scuole della nostra provincia iniziative per educare i giovani all’amore per la montagna: una ricchezza della natura da non aggredire, ma da cui trarre benefici per il fisico e per la mente.
Grazie per l’attenzione, distintamente.
Guido Giordana (sindaco di Valdieri), Emiliano Negro (sindaco di Roburent), Michele Panero (consigliere comunale Valdieri), Davide Tonello (consigliere comunale Valdieri), Marco Bassino (consigliere comunale Borgo San Dalmazzo)

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