L’ascensore inclinato allunga gli orari? “Cerchiamo la quadra con i gestori delle piscine”
Portare la chiusura alle 21 costerebbe 15mila euro all’anno: “Ma in inverno le corse sono poche” ribatte l’assessore. Bocciata l’ipotesi della gettonieraNon ci sono spazi per l’ampliamento degli orari dell’ascensore inclinato fino alle ore 21. Lo dice l’assessore cuneese alla Mobilità Luca Pellegrino, in risposta a un’interpellanza di Franco Civallero (Forza Italia) e alle molteplici sollecitazioni giunte in questo periodo, soprattutto da chi frequenta i corsi di nuoto in piscina.
Il motivo è lo stesso che Pellegrino aveva addotto un anno e mezzo fa, quando era stato Nello Fierro (Cuneo per i Beni Comuni) a mettere sul tavolo la stessa questione: servono soldi, in aggiunta ai 180mila euro che il Comune già spende. All’epoca l’assessore aveva indicato una stima tra i 12mila e i 15mila euro in più, ogni anno, per il prolungamento del servizio di un’ora al giorno. Questa volta si è tenuto sulla previsione di spesa più alta, ma poco cambia. Inoltre, rileva l’esponente della giunta, c’è da tenere presente che l’ascensore ha un limite di portata: “Può realizzare un massimo di 40 corse all’ora e abbiamo una media di 37 corse all’ora”.
Distribuite in modo molto diseguale nell’arco della giornata, oltretutto. Questa è un’altra ragione per cui l’amministrazione, finora, non ha mai preso in considerazione l’idea: nella fascia oraria tra le 19 e le 20 le corse scendono a 18 in media nella stagione invernale, 32 in quella estiva. Inoltre, per l’apertura e la chiusura si impone la presenza di un operatore, oltre al monitoraggio costante delle telecamere.
Resta da chiedersi perché a tutto questo non si fosse pensato quando l’impianto di risalita venne ideato, nei primi anni Duemila. La risposta è che - con scarsa lungimiranza, va detto - si credeva che sarebbe stato utilizzato più dai turisti che dai residenti. Sarebbe stata meglio una scala mobile, come suggerisce il consigliere di Cuneo Mia Claudio Bongiovanni, portando gli esempi di Orvieto e Perugia? Pellegrino pensa di no: “Le scale mobili hanno un grosso problema che l’ascensore non ha: non caricano carrozzine, passeggini e biciclette. Invece il nostro ascensore sì ed è molto utilizzato. Certo, è un altro tipo di costo”.
Anche l’idea suggerita da Civallero, cioè quella di installare una gettoniera che copra le spese del periodo di apertura serale dell’ascensore, presenta controindicazioni: “La gettoniera l’abbiamo già valutata” risponde l’assessore, ma “per noi è un servizio che vuole facilitare la sosta nei parcheggi di testata, metterlo a pagamento sarebbe controproducente”. Inoltre, bisognerebbe inserire anche i tornelli e prevedere interventi dei tecnici per ventiquattrore al giorno, in caso di guasti: “I costi di un sistema del genere, per poche ore, sarebbero assolutamente insostenibili”.
Che fare, dunque? La soluzione tratteggiata dall’amministrazione è un compromesso, se così si può dire, “democristiano”: “Se lo stadio del nuoto rileva questo problema, potremmo parlarci: magari potrebbero far finire i corsi un quarto d’ora prima e noi tenere aperto l’ascensore un quarto d’ora in più. Con piccole modifiche di orari dello stadio del nuoto e qualche concessione nostra potremmo trovare una quadra che possa andar bene per tutti e dare un servizio il più ampio possibile”. Fattibile? Vedremo.
Andrea Cascioli
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