L’Oktoberfest (e non solo) al Miac: la proposta di Cuneo Civica al nuovo presidente
Il gruppo di maggioranza rivendica il “risanamento economico solido” sotto l’amministrazione Cavallo. Ora l’idea è fare dell’ex mercato bovino un polo fieristicoDa mercato bovino a polo fieristico. Con una proposta immediata, legata a un evento che proprio in questi giorni torna ad animare la città di Cuneo: “L’area del Miac potrebbe candidarsi ad ospitare manifestazioni di grande richiamo - come l’Oktoberfest o eventi fieristici di respiro regionale - alleggerendo il centro cittadino e offrendo spazi adeguati senza sacrificare la vivibilità urbana”.
A intravedere questo futuro per il mercato ingrosso agroalimentare di Cuneo, stretto fra incerte prospettive di rilancio (ne ha parlato anche la sindaca, pochi giorni fa) e un presente da “sorvegliato speciale” tra le partecipate del Comune, è il gruppo consiliare di maggioranza Cuneo Civica. Gli esponenti della fu Crescere Insieme ne parlano in una lunga lettera - carica di encomi - al neonominato presidente Massimo Gramondi. Il commercialista cuneese, affiancato da un cda “tecnico”, raccoglie il testimone di Marcello Cavallo, dimissionario a maggio dopo cinque anni alla guida del Miac.
Cavallo, presidente dell’associazione Insieme, è stato anche mentore di Crescere Insieme (la “lista della Fondazione Crc”, si diceva ai tempi di Genta). Logico quindi che Cuneo Civica ne difenda il lascito, rivendicando una gestione “che ha condotto la società verso un risanamento economico solido, lasciando un ente in salute, pronto per affrontare una nuova fase”. I conti, menzionati dall’assessore Fantino nell’ultimo Consiglio comunale, parlano in effetti di un risicato utile nell’ultimo anno. Il che non toglie che Miac resti “una partecipata ‘attenzionata’”, per dirla con le parole della sindaca Manassero.
Sul piano non strettamente economico, il bilancio del mandato Cavallo ha visto evoluzioni di non poco conto: su tutte la perdita del mercato fisico (era l’ultimo sopravvissuto in Italia) e della fiera nazionale della razza bovina, emigrata a Fossano sotto gli auspici dell’Anaborapi. Senza considerare la controversa vendita dei 93mila metri di terreno su cui è sorto quello che doveva essere il capannone di Amazon, tuttora inutilizzato. La politica è divisa sul destino del Miac: dall’opposizione vorrebbero la liquidazione gli Indipendenti, la sinistra civica e una parte del centrodestra, quella rappresentata da Forza Italia. Fratelli d’Italia finora è parso più attendista, anche perché la questione chiama in causa l’assessore regionale di riferimento, quel Paolo Bongioanni che lo scorso anno ha ribadito l’intenzione della Regione di scommettere ancora sul Polo Agrifood e sul Miac come “snodo logistico fra produttori e consumatori”.
Cuneo Civica fa un passo avanti, guardando alla vocazione fieristica dello spazio: “Il tempo del mercato del bestiame - cuore storico del Miac - è ormai superato. Oggi occorre guardare avanti, e il contesto attuale offre una straordinaria occasione per trasformare l’area del Miac in un punto nevralgico per eventi, manifestazioni e servizi al territorio. La zona è ampia, accessibile, dotata di parcheggi e attaccata all’autostrada: una risorsa strategica non solo per Cuneo, ma per l’intera provincia”.
“Allo stesso tempo, - aggiungono gli esponenti civici della maggioranza - riteniamo importante aprire la prospettiva anche a nuove funzioni strategiche: il Miac potrebbe diventare un polo di innovazione e sviluppo tecnologico ed energetico, capace di attrarre iniziative e investimenti, di stimolare la ricerca e di sostenere le imprese locali nella transizione verso un futuro più sostenibile”. In quest’ottica, conclude Cuneo Civica, “il Miac potrebbe anche diventare il punto di raccordo per iniziative culturali e promozionali che coinvolgano l’intero territorio cuneese. Le tante sagre e tradizioni locali, a seconda delle loro dimensioni e vocazioni, potrebbero trovare spazio sia in centro città sia presso il Miac, costruendo un calendario condiviso che rafforzi il legame tra il capoluogo e i paesi della provincia”.

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