Nel 2020 a Cuneo oltre il 17% delle famiglie con figli piccoli viveva con un solo reddito
I dati di Openpolis rivelano una condizione che coinvolge anche il Piemonte, con percentuali che in alcuni comuni della provincia superano anche il 25%Sono molte le famiglie con figli a carico che devono fare affidamento su un solo reddito, anche nel Cuneese. Una condizione che, in numerosi casi, rende il bilancio familiare più vulnerabile, aumentando il rischio di difficoltà economiche in presenza di imprevisti.
A livello nazionale, la percentuale più alta di famiglie monoreddito con almeno un bambino sotto i sei anni si registra ad Andria, in Puglia, dove quasi un terzo dei nuclei familiari in questa situazione dispone di una sola fonte di reddito (31,5%). Considerando gli altri capoluoghi, dopo Andria ci sono Barletta (28,3%), Prato (26,6%), Napoli (24,4%), Palermo (23,8%) e Matera (23,5%). La città di Cuneo, pur rimanendo sotto la media delle aree a maggiore incidenza, si attesta comunque su un valore significativo: 17,7%.
I dati provengono dalla fondazione indipendente Openpolis e sono liberamente consultabili sul sito ufficiale. Si riferiscono al 2020 e, come sottolinea la stessa fondazione, vanno letti con cautela, evitando semplificazioni. È infatti necessario considerare alcune possibili distorsioni, legate, ad esempio, all’evasione fiscale o al fatto che l’indagine riguarda solo i comuni con più di 5mila abitanti. Nonostante questi limiti, i dati restituiscono una fotografia utile e rappresentativa di molte realtà italiane, inclusa quella cuneese.
Come spiega Openpolis, il fenomeno delle famiglie monoreddito con figli piccoli incide in misura maggiore nelle città del Mezzogiorno, in particolare in una parte del Sud Italia e in Sicilia. “Sono 24 i capoluoghi in cui oltre il 20% delle famiglie con figli a carico è monoreddito”, si legge sul sito. Di questi, 18 si trovano nell’Italia meridionale. Fanno eccezione alcune città del Centro e del Nord, come Prato, Latina, Forlì, Reggio Emilia, Rimini e Modena.
Cuneo, pur rimanendo al di sotto della soglia del 20%, si colloca comunque ben lontana dai capoluoghi con la minore incidenza. Nel 2020, i valori più bassi si sono registrati a Cagliari (10,8%), seguita da Carbonia (11,5%), Savona (12,4%), Trieste (12,4%) e Genova (12,6%). In Piemonte, il capoluogo con l’incidenza più contenuta è Biella, con il 13%.
Allargando lo sguardo al territorio piemontese, Cuneo è la città con la percentuale più bassa (17,7%) tra quelle per cui sono disponibili i dati. Seguono Bagnolo Piemonte (18,5%) e Alba (19,1%). La maggior parte degli altri comuni presenta percentuali comprese tra il 20% e il 30%, tra cui Saluzzo (20,3%), Ceva (21,6%), Mondovì (21,7%), Boves (22,1%), Bra (23,3%), Borgo San Dalmazzo (24,6%) e Centallo (29,7%). In cima alla classifica cuneese si trovano Cavallermaggiore, che sfiora il 30% (29,9%), e due comuni che superano questa soglia: Cervasca (30,3%) e Cherasco (30,9%).

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