Un “tesoro” tra le strisce blu: Cuneo ricaverà più di un milione dai parcheggi nel 2025
Il contratto con Sct scade a maggio. Sul tavolo c’è anche l’opzione di un ritorno alla gestione pubblica della sosta, ma il rischio per il Comune è di incassare menoIl conto provvisorio, aggiornato a settembre, ammonta a 791mila euro: è quanto basta per mettere due numeri in fila e prevedere, fin d’ora, che il 2025 vedrà il Comune di Cuneo superare la cifra di un milione di euro di ricavi dai parcheggi a pagamento.
Un “tesoro” reinvestito in politiche per la mobilità, a cominciare dal finanziamento del trasporto scolastico: il Comune, ricorda l’assessore Luca Pellegrino, copre all’incirca il 70% dell’ammontare e i soldi dei parchimetri non bastano. La spesa ammonta ogni anno a circa un milione e mezzo: “Nel momento in cui dicessimo ai genitori che il pullmino costa mille euro, converrebbe portare i figli in macchina anche per fare tre chilometri”. Il punto è proprio questo, ovvero che “in un momento in cui i servizi sono sempre meno, anche il ricavo diventa importante”.
In quest’ottica è accolta con un sospiro di sollievo, in municipio, la notizia dell’atteso “boom” delle zone blu, propiziato del resto dal contestato aumento degli stalli a pagamento, da 2.361 a 2.751 (erano 2.048 nel 2016, quando venne stipulata la nuova convenzione). L’incasso del 2025 è già quasi pari a quello di dicembre dello scorso anno (797mila) e in proiezione dovrebbe arrivare a un milione e 50mila euro a fine anno: in linea con quanto preventivato dal Dup comunale, sottolinea Pellegrino.

La gestione in house: più liberi, ma forse più poveri
Un tema da affrontare riguarda l’imminente scadenza della convenzione con Sct, la società che negli ultimi sette anni ha gestito buona parte dei parcheggi di superficie sull’altipiano. A maggio prossimo l’accordo verrà meno e bisognerà decidere cosa fare. Le opzioni sul tavolo sono tre: una possibilità è la soluzione in house, ovvero il ritorno alla gestione diretta da parte dell’ente pubblico. La seconda è il rinnovo della convenzione con lo stesso gestore, la terza, ovviamente, una nuova gara.
Ai consiglieri, riuniti nella prima delle due commissioni dedicate al tema, Pellegrino confessa di non sapere cosa sia meglio: “Se dovessi dire oggi quale sia l’opzione migliore andrei in difficoltà: tutte e tre hanno dei vantaggi e delle controindicazioni, non c’è la soluzione ideale”. Sull’altipiano oggi sono 13.419 gli stalli complessivi, di cui 4.472 a pagamento, 5.198 gratuiti, 2.260 sui parcheggi di scambio, 755 stalli riservati (carico e scarico, residenti, disabili) e 734 destinati ai motocicli. Due le convenzioni in vigore, una appunto con la Sct e l’altra con Sipac (partecipata di Apcoa) che resta fuori dalle valutazioni: durerà infatti fino al 2031, con un ulteriore prolungamento al 2014 per il silo del Movicentro, in quella che lo stesso Pellegrino in passato ha definito una “convenzione capestro”.
La gestione in house, spiega, avrebbe il grande vantaggio di essere “più semplice e libera”, permettendo al Comune di variare costi e perimetro della zona blu senza rendere conto a nessuno e - soprattutto - di tenere tutti i ricavi. I problemi però ci sono, come confermano le varie città che hanno adottato questo sistema (tra le altre Varese, Udine, Savona, Busto Arsizio): “Non doversi confrontare con l’esterno potrebbe portare a una minore efficienza e a una inflessibilità operativa, cioè una minore capacità contrattuale rispetto al gestore privato: oggi Sct Group ha 130 gestioni”. Ci sono possibili difficoltà nella gestione dei software e una difficoltà operativa: “Servirebbe una centrale attiva 24 ore su 24, nell’eventualità, per esempio, che qualcuno resti chiuso in ascensore in piazza Boves. Poi c’è la questione del personale: dovremmo fare concorsi per le assunzioni, anche se ad assumere i dipendenti fosse una partecipata del Comune”. Tutti questi fattori insieme portano, si suppone, a una minor convenienza economica: “Dobbiamo valutare se questa, per il Comune, sia la soluzione più vantaggiosa”.

Le altre opzioni: contratto prolungato o nuova gara
Il contratto attuale, iniziato nel 2019 (prima c’erano stati due anni di guerre a colpi di carta bollata con Apcoa, il precedente gestore), potrebbe essere prolungato per altri sette anni. “Avremmo il vantaggio di incassare lo stesso aggio, molto alto anche a paragone con altre realtà in Italia simili alle nostre” osserva l’assessore: Sct corrisponde il 63,67% di quanto incassa. La gestione ormai consolidata offre indubbi vantaggi: “Ai tempi di Engie per molti anni abbiamo avuto molte difficoltà a parlare con la ditta, da quando Sct è passata ad Abaco abbiamo trovato un altro atteggiamento”. Ma anche qui vanno valutati i contro: “Per esempio, tutte le modiche sono da trattare con la ditta in un contratto molto rigido e che dà la possibilità alla società di mettere paletti. Oggi abbiamo dei parchimetri che sono tutti concettualmente superati, a parte quelli nuovi messi con l’ultimo ampliamento dei parcheggi: dovremmo modificarli tutti e sarebbe un altro punto da contrattare. In ultimo, c’è l’inquadramento giuridico della clausola di rinnovo”.
Resta la terza opzione, la nuova gara di affidamento: “Nei pro, la revisione e la modifica di tutte le condizioni di servizio e la possibilità di chiedere miglioramenti importanti già in appalto. Avremmo un contratto aggiornato all’attuale codice dei contratti con un piano economico finanziario oggi non presente. Il primo svantaggio è che avremmo una gestione bloccata per almeno 12 mesi, lasciando perdere eventuali ricorsi: vorrebbe dire che non possiamo pensare di fare modifiche da qui a un anno. Il secondo tema è il rischio di portare a casa un aggio minore rispetto a quello attuale”.

La app unica? Non se le ditte sono in guerra
Le perplessità del responsabile delle politiche per la mobilità cittadina sono condivise anche dai consiglieri: “Credo che sarà da valutare la corrispondenza con le previsioni e gli obiettivi del Pums, uno dei quali è la riduzione delle auto circolanti del 5% e il passaggio da auto privata a bicicletta di un altro 5%” osserva Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni). Concorda Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Il Pums è uno dei documenti a cui dobbiamo fare riferimento, con il principale obiettivo di ridurre l’utilizzo delle auto in città, migliorare il trasporto pubblico e incentivare l’utilizzo della bicicletta. L’aggio mi pare un obiettivo da mantenere, è ovvio che se scendiamo l’amministrazione avrà meno incassi”.
Nella maggioranza i dubbi, espressi a titolo personale dalla capogruppo del Partito Democratico Claudia Carli, toccano il tema del possibile ritorno alla gestione diretta: “Di primo acchito mi spaventa l’in house perché va gestita tutta una parte per noi oggi sconosciuta: software, manutenzione delle paline, personale”. Anche il dem Carlo Garavagno la pensa così: “L’in house sarebbe una sorta di gestione ‘privatistica’ paragonabile a quella delle Farmacie Comunali. Tutti i servizi del Comune in qualche modo vanno verso l’esternalizzazione e anche le politiche ‘green’ vanno incentivate”.
“Sui grandi appalti è meglio affidarsi a chi ha competenza” ribadisce Elio Beccaria di Cuneo Civica, ponendo il tema dei costi funzionali: “Che potere di acquisto ho se acquisto qualche decina di parchimetri, rispetto a chi ne compra migliaia? Anche i software dovranno essere sempre più aggiornati”. Il consigliere di Ronchi solleva una questione sentita dagli automobilisti, quella del pagamento con app: “Molti utenti lamentano che si debbano avere più app per il parcheggio sull’altipiano: è vero che le scadenze contrattuali sono diverse, mi chiedo però se ci sia la possibilità di ‘switchare’ il pagamento su un’unica app”. La risposta dell’assessore è immediata: “Oggi il Telepass funziona su entrambe, sfortunatamente abbiamo due ditte private che si sono ‘messe le dita negli occhi’: o c’è un accordo tra loro, o non abbiamo mezzi per obbligarle a usare un’unica app. Oltretutto il motivo del ricorso di Apcoa, ai tempi, era stato proprio la app”.

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