Frutta, Coldiretti Cuneo: "È necessaria trasparenza lungo la filiera"
I vertici provinciali dell'organizzazione agricola: "Serve una rilevazione dei costi di produzione precisa affinché il reddito degli agricoltori non venga penalizzato"È necessaria trasparenza lungo tutta la filiera frutticola per contrastare le pratiche sleali e gli acquisti sotto i costi di produzione da parte delle catene distributive. È quanto afferma Coldiretti Cuneo, sottolineando l’importanza di rilevare i costi di produzione della frutta piemontese.
“Occorre che i costi di produzione della frutta piemontese, e dunque della Granda, vengano pubblicati ufficialmente dagli enti preposti – sottolinea Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo –. Questi dati sono fondamentali per avere un riferimento sulla remunerazione effettiva delle principali produzioni frutticole e, di conseguenza, per fornire la necessaria consulenza al fine di verificare dove applicare la legge n.198. Un percorso che deve essere definitivamente concretizzato come metodo sistematico di rilevazione e confronto, per evitare che i nostri produttori continuino a lavorare al di sotto dei costi di produzione”.
Con un valore di oltre 400 milioni di euro, di cui 260 milioni generati dalla frutta – senza contare l’indotto – l’ortofrutticoltura è uno dei comparti più rappresentativi dell’agroalimentare Made in Cuneo. Nella Granda sono 4.500 le aziende frutticole – ricorda Coldiretti Cuneo – che producono principalmente mele, pesche, kiwi, pere e susine su una superficie di 12.000 ettari. A seconda delle diverse specie, la Provincia di Cuneo copre tra il 70 e l’85% della produzione frutticola dell’intero Piemonte.
“Restano assurde, inoltre, le tempistiche dei pagamenti, che avvengono anche dopo 8 o 10 mesi dalla raccolta – ribadisce il Direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo –. Così come è inaccettabile la forbice enorme tra quanto viene riconosciuto al lavoro dei produttori e quanto viene pagata la frutta dagli operatori commerciali. Una situazione aggravata dalla grande distribuzione, che continua ad esercitare il proprio strapotere acquistando e vendendo a prezzi che non coprono neppure i costi di produzione. Il decreto legislativo n.198 prevede, infatti, che i prezzi pagati agli agricoltori non scendano mai sotto i costi di produzione, e la nostra Organizzazione è stata la prima e l’unica a volerlo applicare”.

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