Stagionali, il “modello Saluzzo” fa scuola: quest’anno con 52 posti in più nell’accoglienza
Si aggiungono ai 235 già presenti sui sette comuni del distretto della frutta. Restano alcuni bivacchi in città: per colpa (anche) del cambiamento climaticoCi saranno cinquantadue posti in più nell’accoglienza degli stagionali dell’agricoltura, a Saluzzo e in sei comuni del distretto della frutta che aderiscono al protocollo. Merito di uno stanziamento da un milione e 693mila euro di fondi Pnrr che il commissario straordinario del governo, il prefetto Maurizio Falco, ha messo a disposizione per premiare il “modello Saluzzo”.
Di questi, 1 milione e 357mila coprono i vari interventi infrastrutturali, altri 336mila le risorse non infrastrutturali. Tra i lavori più importanti c’è l’adeguamento di una ex scuola a Revello che verrà recuperata e metterà a disposizione 10 posti ex novo: il Comune, infatti, aderisce per la prima volta al protocollo per l’accoglienza diffusa. A Saluzzo si aggiungono 6 posti ai 40 già esistenti, a Lagnasco si passa da 39 a 51 posti letto, a Scarnafigi da 12 a 15. A Verzuolo il villaggio dei container raddoppia la capienza, passando da 15 a 30 posti. Anche a Manta i posti in container aumentano, da 6 a 9: per quest’anno è stata mantenuta la sistemazione nella zona adiacente alla ferrovia, ma una nuova area, più idonea, è già individuata. Infine c’è Savigliano, dove il progetto di recupero di un ex edificio scolastico è stato modificato in corsa per questioni di tempi: anche qui verrà allestito un villaggio di case mobili, con 18 posti contro i precedenti 15.
In totale, ricorda il prefetto di Cuneo Mariano Savastano, sono già 235 i posti garantiti, destinati a diventare 287: una risposta che il territorio assicura a chi viene per lavorare ma anche alla cittadinanza, dopo anni di bivacchi e degrado cui si è posto fine, paradossalmente, solo dopo il periodo Covid. I numeri, ricorda il sindaco di Lagnasco Roberto Dalmazzo, “sono confortanti rispetto a dieci anni fa, quando facevamo noi stessi accampamenti ‘abusivi’: a Lagnasco nel 2013 ce n’erano due, del Comune e della Coldiretti”. La piaga dei bivacchi rimane, in forma ridotta, nella città di Saluzzo, dove si radunano i braccianti nei periodi di inattività, attirati dai servizi e da beni a costi inferiori rispetto ai paesi. Nel parco Gullino, in questo momento, sono una sessantina: “Una piccola criticità” spiega il sindaco Franco Demaria, formata da immigrati che “per una decina di giorni sono ancora fuori dal protocollo”. Un’ordinanza antibivacco non servirebbe: “Sono ragazzi che lavoravano fino a ieri e lavoreranno anche domani, quindi in qualche modo dobbiamo gestire la situazione”.
La colpa, spiegano i sindaci, è anche delle bizzarrie del clima che rendono meno prevedibile la stagionalità: il periodo della raccolta dei piccoli frutti nelle vallate è quasi terminato, la stagione delle pesche deve iniziare. “Adesso siamo in un buco complicato” ammette Dalmazzo. Per questo si è deciso di offrire ospitalità per quindici giorni ai lavoratori che non hanno più un contratto ma hanno già una proposta di lavoro: potranno restare nei container, l’azienda pagherà una settimana di permanenza e il lavoratore quella restante. “Ma non abbiamo ancora trovato la formula giusta, - aggiunge il sindaco di Lagnasco - perché le condizioni climatiche variano”. Una questione risolta, invece, è quella che riguarda le utenze: l’azienda paga 4 euro a notte più Iva, il lavoratore mette 1,5 euro a notte. Questi soldi servono ai comuni per pagare le bollette delle varie.
Il “modello Saluzzo” funziona e raccoglie gli elogi del commissario Falco, il quale parla di “un territorio virtuoso che reagisce e dà fiducia” nel descrivere la sinergia tra comuni, Prefettura, Regione, associazioni datoriali, aziende e sindacati: “Qui c’è un tipo di capacità organizzativa che è il modello per altre zone”. La distribuzione sul territorio, spiega, “non significa isolare le persone, se il territorio è capace di includere: significa evitare grossi agglomerati. Quattromila persone su un territorio sono una città”.
“Il 90% dell’accoglienza lo fanno le aziende attraverso risorse che la Regione mette in campo, aiutando a creare gli spazi e a realizzare i moduli abitativi” aggiunge il presidente della Regione Alberto Cirio: “La prima buona notizia è che i fondi sono arrivati. Siamo la prima regione insieme al Lazio ad aver firmato l’ordinanza sui rider: si va nella stessa direzione, quella di tutelare la dignità delle persone”. Per il futuro, si pensa ad allargare la rete: “C’è la possibilità di ambire a finanziamenti futuri per aree dove non ci sono emergenze ma criticità, come le Langhe e il Roero”.
Nel Saluzzese, ricorda ancora Demaria, sono stati censiti negli ultimi anni 12mila contratti sulla frutta, di cui 7mila riconducibili agli stagionali africani. Ma le “teste” sono meno, circa 4.500, perché bisogna considerare i molti lavoratori che cambiano azienda: “Tremilacinquecento ragazzi oggi sono nelle aziende, che hanno fatto un grandissimo lavoro assieme alle associazioni di categoria. I sindaci ci hanno aiutati, comprendendo che non si poteva accentrare tutto su Saluzzo. Rimane la fascia più debole di chi lavora in aziende piccole senza posti letto o lavora per pochi giorni: a questo serve l’accoglienza diffusa”.

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