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    GRINZANE CAVOUR - Wednesday 03 December 2025, 16:30

    “Solo tre secondi per decidere”: ecco perché Mario Roggero invoca la legittima difesa

    Il legale del gioielliere di Grinzane parla di un caso “troppo mediatizzato” e ricorda la precedente e violenta rapina subita: “C’era un disturbo post-traumatico”
    “Solo tre secondi per decidere”: ecco perché Mario Roggero invoca la legittima difesa

    Dalla giurisprudenza di Cassazione ai racconti di Jorge Luis Borges, c’è spazio per molte riflessioni nelle due ore in cui l’avvocato Stefano Marcolini, il terzo legale avvicendatosi nella difesa di Mario Roggero dall’inizio della vicenda, parla ai giudici della Corte d’Assise d’Appello a Torino.

    Sono chiamati ad esprimersi sull’omicidio dei due rapinatori, Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, che il 28 aprile 2021 vennero raggiunti e uccisi dai proiettili sparati dal gioielliere di Grinzane Cavour, oggi prossimo a compiere 72 anni. Un terzo bandito, Alessandro Modica, pur ferito a una gamba riuscì a mettere in moto l’auto su cui aspettava i due complici e ripartire. Mazzarino morì sul posto, Spinelli invece riuscì a muovere qualche passo lungo via Garibaldi, la strada principale della frazione grinzanese del Gallo. Roggero lo raggiunse a piedi e gli sferrò alcuni calci in faccia: “Rivoltanti, umanamente, ma noi siamo qui per un affare penale. Spinelli non è morto per quei calci” obietta l’avvocato.

    Marcolini è subentrato, insieme all’analista processuale Sergio Novani, solo dopo il processo di primo grado ad Asti, dove Roggero era stato condannato a 17 anni di carcere. Parla di una vicenda che ha attirato troppe attenzioni: “Questo è un processo che ha avuto una vasta eco mediatica, più del dovuto: abbiamo letto raffigurazioni a volte inaccettabili della persona di Roggero”. Non certo un “killer”, né il “giustiziere” di cui hanno parlato il pm Davide Greco e l’avvocato generale dello Stato Giancarlo Avenati Bassi: “In sé sparare a distanza ravvicinata è un fattore neutro, il cecchino che spara da lontano cosa fa?” si chiede il difensore.

    “Ho agito per legittima difesa, volevo salvare mia moglie e scongiurare il rischio che, sapendo di essere stati visti, tornassero in negozio a ucciderci” ha detto il gioielliere lamorrese, subito prima che parlasse il suo legale: “Ho solo voluto proteggere la mia famiglia”. Il termine giuridico è “legittima difesa putativa”: ovvero un imputato che agisce perché convinto di essere in pericolo immediato, anche se ciò non è vero. È quello che fece, nel 1977, il gioielliere romano Bruno Tabacchini, uccidendo il calciatore della Lazio Luciano Re Cecconi: era entrato fingendo di avere una pistola sotto il cappotto.

    “La pistola soft air in sequestro può essere scambiata come una vera pistola” dice l’avvocato, citando le parole del verbale dei carabinieri riguardo all’arma che Spinelli aveva con sé: “Non è un’imitazione grossolana, è l’esatta e fedele replica di una Glock vera”. Quella pistola era stata puntata più volte contro Roggero, la moglie e la figlia: il gioielliere menziona anche un “conto alla rovescia” da parte di uno dei rapinatori, per costringerlo a consegnare la merce. Un particolare che a differenza di altri - lo ricorda il suo difensore - aveva riferito già ai carabinieri, nelle prime dichiarazioni: “Roggero sapeva che un rapinatore aveva un coltello, uno una pistola e un terzo rapinatore che poteva essere armato a sua volta e magari più cattivo”. C’è il particolare dei rapinatori che sarebbero stati visti in faccia, di cui l’accusato non aveva parlato prima dell’appello: “Le mascherine sono scivolate lasciando intravedere il viso, ci si mette un secondo a rimetterle a posto e si può farlo per tentare di limitare i danni”.

    La questione, sostiene Marcolini, è tutta nei tempi: “Roggero spara quattro colpi, dal primo alla vettura all’ultimo al ginocchio di Modica passano tre secondi scarsi”. Qui la citazione di Borges, riferita al racconto Il miracolo segreto: un drammaturgo ebreo, prossimo a essere fucilato dai nazisti, invoca il tempo necessario per terminare il suo capolavoro. Dio glielo concede, lasciando tutto in sospeso. Ma quel tempo Roggero non l’ha avuto, ricorda ora la sua difesa.

    Si menziona anche la questione della seminfermità mentale, già dibattuta in primo grado. Una sindrome da stress post traumatico, addebitata alla precedente e violenta rapina subita: “Dalla perizia emerge che il disturbo post traumatico dopo la rapina del 2015 insorge, ma lui non è mai andato a farselo diagnosticare né curare. Magari l’evento scatenante, il ‘trigger’, è stato proprio la seconda rapina”.

    Andrea Cascioli
    luogo GRINZANE CAVOUR
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    Tag:
    rapina - omicidio - Grinzane Cavour - Cronaca - gallo - processo - Mario Roggero
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