Assolto lâex agente del Consorzio Agrario di Cuneo accusato di appropriazione indebita
In primo grado era stato condannato per un âbucoâ da 42mila euro nei conti della societĂ . Il verdetto di appello ribalta la sentenzaEra stato accusato di appropriazione indebita e condannato in primo grado, nel 2019, alla pena di dieci mesi di reclusione e al risarcimento dei danni. Ma il verdetto della Corte dâAppello di Torino ribalta la sentenza nei confronti di M.C., ex agente del Consorzio Agrario di Cuneo.
I giudici di secondo grado hanno ritenuto insussistenti le accuse a suo carico, originate da presunte anomalie contabili registrate nel periodo in cui lâimputato era titolare di unâagenzia di vendita in frazione Ronchi. Il Consorzio denunciava ammanchi per 128mila euro, ma ammontano a 42mila quelli che la Procura di Cuneo, sulla scorta delle indagini della Guardia di Finanza, ha ritenuto dimostrati. Secondo le fiamme gialle il rappresentante del Consorzio avrebbe incassato gli importi delle vendite che effettuava presso diversi clienti, senza però versarli nella cassa comune come prevede il contratto. Per mascherare gli ammanchi in magazzino - e allo stesso tempo assicurarsi la provvigione sulle vendite - M.C. avrebbe inoltre âgonfiatoâ le fatture di alcuni clienti abituali, facendo figurare importi molto superiori a quelli davvero versati dai compratori âufficialiâ. Nellâimputazione si menzionavano circa 150 fatture emesse nellâarco di quattro mesi a inizio 2016 e disconosciute dagli acquirenti. Câera ad esempio il caso di una signora, di professione portalettere, che in negozio aveva comprato 74 euro di mangimi per le galline della madre, e che nellâaula del tribunale ha raccontato di essersi vista presentare dalla Finanza una sbalorditiva fattura da 1600 euro a suo nome. O quello di un agricoltore di Spinetta che recandosi negli uffici del Consorzio aveva scoperto lâesistenza di una serie di fatture a lui intestate, per forniture di concime che non aveva mai ordinato.
Lâex agente ha sempre sostenuto la propria estraneitĂ agli addebiti contestati. Lâavvocato Alberto Bovetti, suo difensore, ha denunciato in particolare una carenza di elementi probatori: âĂ stato ritenuto colpevole solo sulla scorta di un giornale di cassa dellâagenzia che non ha nessun valore probatorio. Peraltro questo documento era stato formato successivamente allâinterruzione del rapporto di agenzia con il Consorzio. Ritengo che la sentenza di primo grado non abbia letto in modo corretto questo documento e che la Corte dâAppello abbia fatto giustiziaâ. Nessun accertamento specifico, sottolinea il legale, sarebbe stato svolto riguardo allâesistenza effettiva delle somme di cui M.C. era accusato di essersi appropriato: âInoltre, esisteva un documento in cui il Consorzio riconosceva lâinesistenza di posizioni creditorie verso lâagente per quelle specifiche sommeâ.
Nessun commento è stato rilasciato dallâavvocato Nicola Dottore che in veste di patrono di parte civile ha rappresentato nel processo le istanze del Consorzio Agrario.
a.c.

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