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    SAVIGLIANO - Friday 13 June 2025, 16:45

    Il professore che morse un alunno in classe ora è accusato di stalking dalla vicina

    Destituito a scuola e poi assolto in tribunale, il docente è di nuovo nell’occhio del ciclone: la donna racconta di aver cambiato casa per sfuggire alla persecuzione
    Il professore che morse un alunno in classe ora è accusato di stalking dalla vicina
    Di nuovo a processo, questa volta con l’accusa di aver perseguitato per mesi una vicina di casa, fino a costringerla a fuggire dalla sua abitazione. Giuseppe Costanzo è il professore di scuola superiore accusato per il morso a un alunno dell’Itis “Arimondi-Eula” di Racconigi, dove insegnava all’epoca.
     
    Per quell’imputazione il docente, destituito dalla scuola dopo i fatti del 2023, è stato assolto in tribunale meno di un mese fa, perché il giudice gli ha riconosciuto la legittima difesa: l’alunno minorenne, morsicato sulla porta della classe durante una lite finita a spintoni, non ha mai querelato. Insegnante precario, Costanzo ha ottenuto in seguito un altro incarico presso un istituto scolastico di Bra.
     
    La vicenda per cui è ora sotto accusa è precedente di un paio d’anni all’episodio che ha guadagnato la ribalta sulle cronache nazionali. In questo caso tutto è partito dalla denuncia di una vicina di casa, un’infermiera trentenne che abitava a Savigliano, nello stesso palazzo in cui risiedeva il professore. Con lui, ha raccontato in aula la donna, nessun rapporto al di là di un “buongiorno” o un “buonasera” sulle scale condominiali. Fino all’ottobre del 2021, quando la vicina aveva trovato un biglietto sotto la porta: “C’erano scritte parole accusatorie nei miei confronti, anche se non ero nominata. Le frasi erano abbastanza sconnesse, aveva citato anche malattie come il mesotelioma pleurico e l’asbestosi”.
     
    Nessun sospetto sul misterioso autore. La sera stessa, però, da un profilo Facebook a lei sconosciuto era arrivato un messaggio con frasi analoghe. Solo a quel punto, vedendo la foto, l’infermiera aveva capito che si trattava del vicino di casa: “Mi accusava di avercela con lui e di aver sparlato di lui con le mie colleghe: ci sono poi stati altri messaggi, ai quali non ho mai risposto. Non sapevo cosa volesse questa persona perché non l’ho mai avuta come paziente, né ho avuto come pazienti i suoi parenti”. Nessun atteggiamento violento o minaccioso, ha precisato l’autrice della querela, ma un controllo costante dei suoi movimenti: “Ho iniziato a guardarmi le spalle e ho capito che mi stava monitorando: sapeva quando venire a guardare se io ero in casa. Più volte l’ho visto dietro la porta che cercava di origliare”.
     
    Rientrando da lavoro, ha aggiunto, le era successo di trovare rifiuti davanti alla porta di casa, sullo zerbino. In un’altra occasione afferma di aver visto il vicino lasciare tre pacchetti di cracker sotto il tappetino: “Li ho messi di fianco e li ho lasciati lì per tre giorni, aspettando che venisse a riprenderli. Dopo li ho buttati via”. La giovane infermiera viveva da sola in quell’alloggio ed era allarmata, spiega, anche da altri atteggiamenti: “È successo che lui uscisse sul pianerottolo suonandosi il campanello, poi rientrava, usciva di nuovo e iniziava a urlare contro il nulla: diceva come cose ‘ce l’hai con me, guarda che non sono stupido’. L’ho visto anche urlare contro l’ascensore vuoto: questo mi spaventava, io uscivo di casa solo negli orari in cui non c’era nessuno”.
     
    Alla fine era maturata la decisione più drastica, quella di abbandonare l’appartamento in cui viveva in affitto: “Ci ho rimesso dei soldi, per non aver dato preavviso al proprietario” precisa la persona offesa, oggi costituita come parte civile. Solo dal suo avvocato, dice, è venuta a sapere qualcosa di più sulle possibili ragioni di quell’ostilità mai compresa: “Si lamentava della sanità pubblica e di non riuscire a prenotare delle visite”. Nessun contatto successivo, ma oggi da parte sua c’è il desiderio di mettere un punto: “Non mi aspetto niente, - confida al giudice - sono qui per denunciare una persona che è entrata nella mia vita e mi ha causato disagio, ansia e uno stato emotivo a cui non ero abituata: non voglio che succeda ad altri”.
     
    Il 12 dicembre l’istruttoria proseguirà con l’audizione di altri testimoni.
    Andrea Cascioli
    luogo SAVIGLIANO
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    Tag:
    stalking - scuola - Savigliano - Racconigi - Cronaca - Docenti - processo
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