Parole e spiritualità: la Setta dei Poeti Estinti a Saluzzo con il “Cantico delle creature”
Un viaggio nella parola e nella fede per riscoprire la forza e la bellezza dell'opera poetica di San Francesco d'AssisiSi è svolto ieri sera, sabato 25 ottobre, nell’ambito della quinta edizione della Festa del Libro Medievale e Antico di Saluzzo, il coinvolgente reading de La Setta dei Poeti Estinti, dedicato a una rilettura poetica de “Il Cantico delle creature” di San Francesco d’Assisi. L’evento, è stato ospitato nella suggestiva Chiesa della Croce Nera, un luogo che ha contribuito a creare un’atmosfera intensa, sospesa tra parola, letteratura e spiritualità. La partecipazione del pubblico è stata notevole.
Trovarsi attorno alla poesia è qualcosa di sempre più raro e, per questo, sempre più prezioso. È questa la missione de La Setta dei Poeti Estinti, che da oltre dieci anni cerca di preservare e diffondere la poesia in tutte le sue forme.
Nonostante il nome che può evocare un tono lugubre, il progetto prende ispirazione dal celebre film “L’attimo fuggente”, in cui un gruppo di studenti guidati dal professor Keating (Robin Williams) riscopre il valore della parola poetica. Allo stesso modo, la Setta vuole riportare la poesia tra le persone, come spazio di incontro e condivisione.
Fondata nel 2013 da Emilio Fabio Torsello, successivamente affiancato da Mara Sabia, La Setta dei Poeti Estinti nasce come esperimento social, con una pagina Facebook che oggi conta oltre 135.000 follower e una community complessiva di più di 240.000 persone tra le varie piattaforme digitali. Da semplice spazio virtuale di condivisione poetica, si è trasformata in un movimento culturale capace di unire linguaggi e generazioni attraverso reading e performance in luoghi simbolici e suggestivi, restituendo alla parola scritta la sua forza viva e collettiva.
La serata saluzzese, costruita attorno al Cantico delle creature, ha offerto un viaggio tra letteratura, storia e spiritualità, con letture, analisi e curiosità introdotte dai membri della Setta.
È stato ricordato come il Cantico delle creature – conosciuto anche come Laudes Creaturarum o Canticum Fratris Solis – sia considerato dal filologo Gianfranco Contini la vera origine della letteratura italiana: la prima opera scritta in volgare. Redatto ottocento anni fa da Francesco d’Assisi, fu concepito come una preghiera destinata ai frati, ma con una doppia funzione, interna ed esterna all’ordine francescano, capace di unire spiritualità e comunicazione popolare.
Francesco, che scrisse pochissimo di suo pugno a causa di una grave malattia agli occhi, dettava spesso i suoi testi al fedele frate Leone, primo trascrittore del Cantico. Durante la serata, i lettori della Setta hanno alternato parafrasi e lettura integrale del Cantico delle creature e di un altro prezioso testo, una breve esortazione alle “Poverelle di San Damiano”, le Clarisse, attribuita al Santo e databile anch’essa intorno agli anni 1225-1226.
Fra le curiosità emerse, il fatto che l’unico ritratto di Francesco non raffigurato come santo, si trovi nel monastero di Subiaco: un’immagine preziosa che lo mostra senza aureola e con un occhio chiuso, segno della malattia che lo affliggeva da sempre.
Proprio durante un periodo di sofferenza, racconta Tommaso da Celano, biografo autore di “Vita I e Vita II Beati Francisci”, Francesco compose il Cantico, mentre era infermo a San Damiano.
Persino la musica, oggi perduta, sembra fosse presente: un manoscritto conservato ad Assisi mostra un rigo musicale su tre linee, privo di note, indizio di una melodia sillabica, in cui a ogni sillaba corrispondeva una nota.
L’incontro oltre a cenni storici, storia della letteratura e curiosità, ha offerto un’analisi approfondita del testo, a partire dal significato della preposizione “per”, che può indicare sia “per mezzo di” sia “in lode di”. Da questa ambiguità nascono le due letture principali del Cantico: una come lode a Dio creatore attraverso le creature, l’altra come lode resa dalle creature stesse a Dio. La maggior parte dei critici, tuttavia, propende per la prima interpretazione, in cui l’uomo riconosce Dio attraverso la sua opera e lo ringrazia per la bellezza del creato.
Il Cantico delle creature si apre con l’invocazione “Altissimu, onnipotente, bon Signore”, e prosegue con la lode per “frate Sole”, “sora Luna e le stelle”, “frate Vento” e “sora Acqua”, fino ad abbracciare anche “sora nostra madre Terra”, “frate Focu” e infine “sora nostra morte corporale”. È un inno alla fraternità universale, dove ogni elemento naturale diventa voce di gratitudine e segno della presenza divina. Perfino l’erba, umile e calpestata, è degna di lode, perché parte dell’armonia del creato.
Attraverso la voce e la presenza scenica di Fabio e Mara, la poesia è tornata a essere esperienza condivisa, capace di emozionare un pubblico eterogeneo e attento. Un incontro che ha unito letteratura e spiritualità, restituendo al messaggio di Francesco la sua forza più autentica: quella di riconoscere la bellezza del mondo come forma di preghiera.
La Festa del Libro Medievale e Antico di Saluzzo prosegue oggi con un fitto calendario di incontri, presentazioni e spettacoli dedicati al dialogo tra passato e presente, fede e letteratura, storia e creatività.
SALUZZO Saluzzo - poesia - Festa del libro medievale e antico - Cantico delle creature - La Setta dei Poeti Estinti



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