Ultimo ciak per “La legge di Lidia Poët”: la terza stagione arriva nel 2026
Capitolo conclusivo per la saga Netflix dedicata alla prima donna ammessa alla professione legale in Italia. Nel 1877 la “vera” Lidia si diplomò al liceo a Mondovì“In piedi, entra la Corte. Sta per essere emesso il verdetto definitivo”: si sono concluse le riprese della terza stagione de “La legge di Lidia Poët”, capitolo finale in sei episodi della serie sulla prima donna in Italia ad entrare nell’Ordine degli Avvocati.
Sempre più irrefrenabile, sempre più appassionata e tagliente. Sempre più Lidia. Ancora una volta Matilda De Angelis torna a vestire i panni della prima avvocatessa italiana nella serie Netflix prodotta da Matteo Rovere e creata da Guido Iuculano e Davide Orsini.
Una serie che ha entusiasmato e fatto discutere, suscitando fra l’altro le contrarietà dei parenti in vita, qualcuno dei quali la vera Lidia aveva fatto in tempo a conoscerla in tenera età: “Una donna serissima, dedita soltanto allo studio, elegante e riservatissima”. Tutto il contrario della versione “bad girl” offerta dalla De Angelis, insomma. Ma il cinema, si sa, è innanzitutto invenzione. Nello sceneggiato non c’è menzione della religiosità valdese dei Poët e neanche - almeno finora - di un altro elemento biografico che li avvicina alla nostra provincia. Lidia infatti si diplomò nel 1877 al liceo Beccaria di Mondovì, dove i suoi studi l’avevano condotta dalla nativa val Germanasca. L’anno dopo si iscriverà ai corsi di giurisprudenza a Torino, dopo aver abbandonato alla facoltà di medicina, diretta da Cesare Lombroso. Tuttavia solo nel 1919, all’età di 65 anni, verrà ammessa ad esercitare la professione in seguito all’approvazione della legge Sacchi.
“La legge di Lidia Poët” sarà disponibile solo su Netflix nel 2026. Nel cast della serie prodotta da Groenlandia ritroviamo Eduardo Scarpetta nel ruolo del giornalista Jacopo Barberis, Pier Luigi Pasino (Enrico Poët, fratello di Lidia), Sara Lazzaro e Gianmarco Saurino, il fascinoso procuratore Fourneau, “new entry” della seconda stagione. In questo terzo e ultimo capitolo si uniscono al cast Liliana Bottone e Ninni Bruschetta, rispettivamente nei ruoli di Grazia Fontana e del procuratore del re Cantamessa. Tornano a dirigere la serie Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa, a cui si aggiunge Jacopo Bonvicini.
Siamo nell'aprile del 1887: Enrico è diventato deputato, fa spesso su e giù tra Roma e Torino con Teresa ed è riuscito a portare la legge di Lidia in commissione. Lidia è impaziente ma sa che deve fidarsi di suo fratello mentre continua a frequentare Fourneau, anche se non vuole legarsi, né rendere pubblica questa relazione. Lui ha avuto una promozione sul lavoro, è in Corte d’Assise e il suo banco di prova è l’accusa di omicidio contro una donna che ha assassinato il marito. Il problema è che l’imputata è la più cara amica di Lidia, Grazia Fontana, il cui processo per legittima difesa scuoterà l’opinione pubblica e i loro rapporti. Jacopo, di ritorno a Torino con la sua nuova compagna, decide di trattenersi in città per seguire la copertura stampa del processo più mediatico e controverso dell’epoca, in cui Lidia e Fourneau si trovano su due fronti avversi.

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