Sala Chegai, ore 18
Al Ponte del Dialogo sulle tracce di Pavese
Lo scrittore francese Pierre Adrian presenta a Dronero il suo libro “Hotel Roma”, dedicato agli ultimi giorni di vita dell'autoreUno dei primi ospiti del “Ponte del Dialogo” è lo scrittore francese Pierre Adrian, che lunedì 3 novembre, alle 18, in Sala Chegai, accompagnato da Antonio Ferrero, guiderà il pubblico “sulle tracce di Pavese”, uno dei suoi autori preferiti. Un appuntamento di grande interesse, che conferma lo sguardo lungo del Festival, oltre i confine nazionali. E c’è un filo diretto che lega questo incontro con il reading dedicato a Pasolini il giorno prima, in occasione dell’apertura del Festival a Villa Tornaforte Aragno: anche Pierre Adrian ha scritto su Pasolini: nel 2015, infatti, ha pubblicato il suo primo libro, La Pista Pasolini, un racconto di viaggio iniziatico sulle tracce del poeta e regista italiano, per capire come e perché sia diventato un modello per i giovani di più generazioni. Per questo libro ha ricevuto il Prix des Deux-Magots e il Prix François-Mauriac dell’Académie française. Nel gennaio 2017 è apparso il suo secondo romanzo, Des âmes simples, vincitore del prix Roger-Nimier. Del 2020 è il romanzo I bravi ragazzi, interpretazione letteraria del massacro del Circeo, seguito nel 2022 da I giorni del mare. Nel 2024 ha pubblicato Hotel Roma (tradotto in Italia dalla casa editrice Atlantide nel 2025), in cui ricostrusce gli ultimi giorni di vita di Cesare Pavese a Torino, a partire dal 27 agosto 1950, quando nella stanza numero 49 viene trovato il corpo senza vita dello scrittore.
In Hotel Roma lo scrittore francese inventa una narrazione (andando oltre la biografia) per parlare della sua grande passione per Pavese, che diventa lo scrittore dei suoi trent’anni, non soltanto un maestro ma un amico che gli tiene compagnia.Pierre Adrian attraversa l’opera e l’esistenza di Cesare Pavese, viaggiando e ritornando spesso sui luoghi in cui lo scrittore è stato: da Torino, alle Langhe, passando per il confino calabrese di Brancaleone, Pierre Adrian scrive un racconto poetico, una specie di lettera aperta. Il destinatario è Cesare Pavese e il suo mestiere di vivere che coincide con il mestiere di poeta.
Il 18 agosto del 1950 Cesare Pavese scrive le ultime parole de Il mestiere di vivere, il diario a cui si dedicava da anni: “Non parole. Un gesto. Non scriverò più”. Nove giorni dopo, il 27 agosto, metteva fine alla propria vita in una stanza dell’Hotel Roma, nei pressi della stazione ferroviaria di Torino. Quei nove giorni da solo in città, e l’intera storia di Pavese, per Pierre Adrian in Hotel Roma diventano il tempo e il luogo di un’indagine umana e letteraria personale e vertiginosa. Così l’autore piemontese, pagina dopo pagina, si trasforma, nella ricerca del giovane protagonista e della sua fidanzata, anche nel simbolo di un’Italia sognata e, in un certo senso, della letteratura stessa. E Torino diventa la destinazione dell’amore dei due protagonisti, lo stesso Pierre e “la ragazza dalla pelle olivastra”, che insieme inseguono il fantasma dello scrittore e il proprio futuro.
“Non ci si sbarazza di un paese - scrive Adrian - come ci si spolvera la giacca, con un gesto della mano. La terra dell’infanzia ci abita per sempre. I nostri cari sono dentro di noi. A chi se ne va, la lettura di Pavese insegna questa cosa magnifica, questo presentimento che guida ogni viaggiatore: c’è da qualche parte una casa che ci aspetta”.
L’ingresso all’incontro in Sala Chegai è libero e gratuito, non occorre prenotazione. Per informazioni si può scrivere a [email protected] o telefonare al numero 329 1365655
- 03/11/2025
Sala Chegai, ore 18 Dronero - Ponte del dialogo

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