Alba: “Te la sei cercata”, jeans a terra per dire no alla violenza sulle donne
Forte successo per il flash mob dedicato al Denim Day, promosso dall’associazione Associ&Rete, che si è svolto domenica 11 maggio in piazza Garibaldi“La violenza non è mai colpa della vittima”, lo hanno ribadito con forza, unendosi al movimento mondiale del Denim Day, tanti cittadini albesi che la scorsa domenica 11 maggio si sono ritrovati in piazza Garibaldi per partecipare al flah mob promosso dall’associazione Associ&Rete, con il supporto di Pari Opportunità, Mai più Sole, Break the Silence, Teatro di Tela e Cooperativa sociale Insieme.
L’iniziativa, dal titolo provocatorio “Te la sei cercata”, invitava tutta la cittadinanza a partecipare portando un paio di jeans da stendere simbolicamente a terra. Un gesto semplice ma potentissimo, nato per contestare il pregiudizio che attribuisce alle vittime di violenza la responsabilità delle aggressioni subite.
“Nel 1998, una sentenza che giustificava una violenza per il semplice fatto che la vittima indossasse dei jeans ha acceso un’indignazione globale. Oggi, ad anni di distanza, scendiamo in piazza con un flash mob per ribadire che nessun abito, nessuna scusa giustifica una violenza. E che nessun tipo di violenza è accettabile. Il corpo è di chi lo vive, e il consenso non si interpreta. Il coinvolgimento diretto, la forza simbolica di decine di jeans stesi a terra e l’energia collettiva della danza/teatro sono strumenti per rompere il silenzio e parlare a chi, troppo spesso, non ascolta. Per questo usiamo linguaggi nuovi – fumetti, danza, musica – capaci di parlare alle emozioni e raggiungere le coscienze: perché dire no alla violenza richiede anche il coraggio di comunicare in modo diverso”, dichiara Anna Rovera, presidente di Associ&rete.
“Ieri ad Alba si è svolta la seconda edizione del Denim Day, organizzata dal collettivo Associ&rete in collaborazione con Break the Silence. L’evento trae origine da una sentenza del 1998 della Corte di Cassazione, che assolse un istruttore di scuola guida dall’accusa di stupro, ritenendo che i jeans indossati dalla vittima fossero troppo attillati per essere tolti senza consenso. La decisione, fortemente contestata, trasformò i jeans in simbolo della vittimizzazione secondaria e del pregiudizio “te la sei cercata”. Ancora oggi, la vittimizzazione secondaria è un fenomeno spesso ignorato, nonostante imponga alla vittima un’ulteriore sofferenza. È fondamentale che istituzioni e società civile si impegnino per combattere stereotipi e promuovere una cultura del rispetto”, continua l’avvocatessa Chiara Cordero, membro del direttivo Associ&rete e membro di Breakthesilence.
Michela Fattorin, Carola Eirale e Sara Merlino di TeatrodiTela concludono: “Abbiamo voluto raccontare la storia di chi subisce violenza ed entra in quel tunnel che fa credere alle vittime che quella è la normalità e che loro sono colpevoli di quel che accade. Abbiamo voluto mostrare con il corpo la rinascita delle vittime che riprendono possesso di loro stesse, dei loro pensieri: la liberazione che lentamente emerge, grazie alla divulgazione, alla cultura e alle associazioni che si battono per diffondere un messaggio chiaro. La violenza è sbagliata in qualsiasi forma”.
L’evento di Alba rientra nel progetto “Viola” ed è stato realizzato anche grazie al contributo della Fondazione CRC e con il patrocinio del Comune di Alba.
c.s.

Alba - donne - Te la sei cercata - Demin Day
commenti
Effettua il login per commentare