Alba: una targa alla Famija Albèisa per i 70 anni di attività
A riceverla sono stati l’attuale presidente Massimo Lampugnani affiancato dagli ex presidenti Giovanni Bressano e Antonio Tibaldi, accanto a Tomaso Zanoletti in rappresentanza di tutti gli ex SindaciSabato 7 giugno l’associazione Famija Albèisa ente morale di Alba ha festeggiato i 70 anni di attività, nella sede in via Pietrino Belli 6 con l’evento “Un’idea, un progetto, una città. Un percorso costruito da uomini, storie, cultura e iniziative sociali”.
Alla cerimonia, il sindaco di Alba Alberto Gatto ha consegnato una targa con su scritto: “L’Amministrazione comunale di Alba all’Associazione Famija Albéisa in occasione dei 70 anni di attività (1955-2025), con riconoscenza per essere stata in questi anni custode appassionata di tradizioni, usi, costumi, memorie e storie, mantenendo viva l’identità della nostra città e del nostro territorio”.
A ricevere la targa sono stati l’attuale presidente Massimo Lampugnani affiancato dagli ex presidenti Giovanni Bressano e Antonio Tibaldi, accanto a Tomaso Zanoletti in rappresentanza di tutti gli ex sindaci della Città di Alba.
Fondata il 1 giugno 1955 da Edoardo Barbero, Luigi Bertoncini, Evangelino Bo, Sostene Cassone, Luciano Degiacomi, Mario Germano, Francesco Manzone, Mario Morra, Vittorio Riolfo, Piero Rolando, Federico Rossano, Giovanni Sisto, l’associazione è stata festeggiata ricordando le numerose attività svolte in 70 anni.
Durante l’evento Antonio Buccolo ha ripercorso la storia, le opere e le attività dell’associazione, ma anche le personalità che sono state vicine alla Famija Albèisa nel tempo. Mentre Ferdinando Vioglio ha ricordato le vicissitudini della sede, la difesa dello sferisterio Mermet, la promozione della pallapugno, la difesa dell’enogastronomia, il piatto d’oro, la Kulinarischen Genüsse aus Alba ogni due anni a Böblingen. Il restauro della chiesa di San Domenico cominciò nel ventennale della Famija Albèisa. Era il 1975. I lavori iniziarono nel 1976 con il rifacimento del tetto. Per la raccolta fondi da destinare alla ristrutturazione si organizzarono concerti e mostre. Del restauro della chiesa di San Domenico hanno parlato anche l’ingegner Giuseppe Gobino e l'architetto Claudio Ellena che hanno seguito i lavori di recupero.
All’evento coordinato dal vice presidente della Famija Albèisa Luigi Cabutto sono intervenuti anche Marilisa Riolfo e Marco Reina, vice presidente della Famija Turinèisa che quest’anno compie cento anni.
"Nel 1955, quando è stata fondata la Famija Albèisa – ha ricordato il sindaco Alberto Gatto – la nostra città era molto diversa. In questi 70 anni l’ente morale ha dato quel qualcosa in più alla nostra Alba, in diversi ambiti importanti, come la riqualificazione della sede di proprietà comunale concessa in gestione alla Famija Albèisa, la ristrutturazione e la gestione della chiesa di San Domenico, il carnevale benefico, la Kulinarischen Genüsse aus Alba. Ricordo anche le numerose pubblicazioni realizzate dando lustro alla nostra città e al nostro territorio. E’ stato giusto ricordare chi c’è stato negli anni e ha dato il suo contributo alla Famija Albèisa. Queste testimonianze devono essere raccolte da persone giovani come il sottoscritto, guardando al futuro della cultura della nostra città in modo serio e proficuo. Ringrazio il presidente più longevo Giovanni Bressano per essere stato nei 36 anni di presidenza un vulcano di idee e un trascinatore di tantissime persone e tantissime realtà. Grazie di cuore a lui, ad Antonio Tibaldi, a Massimo Lampugnani e a tutti coloro che si sono impegnati in questa associazione".
c.s.

Alba
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