Associazione Comuni del Moscato, produttori a confronto su mercato e rese
Il mercato tedesco vede una perdita del 70% per l'Asti, su quello russo si registra un -30%. Per il Moscato si conferma una crescita di 800mila bottiglie negli UsaMartedì 24 giugno si è tenuta presso la Sala del Consiglio del Comune di Santo Stefano Belbo l’Assemblea dell’Associazione Comuni del Moscato, che ha visto una numerosa presenza di Amministratori del territorio del Moscato d’Asti anche produttori vitivinicoli, oltre alla rappresentanza del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti con il presidente Stefano Ricagno e il direttore Giacomo Pondini, invitati per l’occasione. Dopo il saluto del presidente Pietro Cirio, che ha comunicato la validità dell’Assemblea sottolinenando l’importanza e la consuetudine di riunirsi per deliberare e confrontari sui diversi temi, si è passati ad affrontare l’ordine del giorno illustrato dal vicepresidente Luca Luigi Tosa, che vedeva al primo punto l’approvazione del Conto consuntivo 2024 e del Bilancio di previsione dell’esercizio 2025, con la determinazione della misura della quota sociale per questo anno, che non è cambiata rispetto ai precedenti, così come si sono approvati all’unanimità anche i conti di bilancio.
Si è passati quindi all’incontro con i vertici del nostro Consorzio di riferimento, per un confronto e soprattutto per avere un aggiornamento sui dati di mercato. Il direttore Giacomo Pondini - anticipato dal presidente Pietro Cirio che ha posto in evidenza il momento non facile e la conseguente diffusa preoccupazione, visto che si sta parlando anche di distillazione - ha quindi illustrato, con l’aiuto di immagini, la situazione di mercato di questi primi mesi dell’anno, confrontandola con lo stesso periodo dello scorso anno: dai dati dei contrassegni si evidenzia nel totale un 10,48% in meno rispetto al 2024 con l’Asti che è in maggior sofferenza rispetto al Moscato d’Asti (-16,53% per l’Asti e -1.17% per il Moscato d’Asti), e per questa prima tipologia nel dettaglio i valori più importanti sono quelli relativi al mercato tedesco con una perdita del 70%, mentre verso il mercato russo si registra un -30% e poi cali importanti anche in Polonia e in Italia; cali minori infine negli Stati Uniti, mentre c’è una leggera crescita che riguarda la Gran Bretagna e la Francia. Per quanto riguarda il Moscato d’Asti, è invece confermata una crescita di circa 800 mila bottiglie negli Stati Uniti, mentre in tutti gli altri Paesi si registra più o meno un allineamento con il 2024, con qualche leggera perdita.
Insomma, oggi i consumi sono altalenanti - spiega il presidente del Consorzio, Stefano Ricagno - che nel suo lungo intervento conferma che non si hanno più periodi definiti com’era prima; si torna a parlare di ciclicità, carattere che da sempre contraddistingue il mercato delle uve Moscato e dei loro vini. Si ha a che fare con l’instabilità della situazione politico-sociale internazionale che ha influenza sui mercati dei vini e che non risparmia nessuno: se per la Russia è comprensibile il calo dovuto al conflitto in corso, per la Germania il problema pare legato alla crisi economica di quel Paese, dove non si fanno più i numeri degli anni ’90 con 30 milioni di bottiglie, ma si contano oggi circa 6 milioni di bottiglie. Si deve poi anche considerare che in generale la gente beve meno - continua Ricagno - si registra infatti un -4% a livello globale.
Venendo alla situazione riguardante il nostro territorio, in vista della vendemmia che ci sarà tra pochi mesi, il Consorzio comunica che ad oggi non è stato ancora definito il quadro delle rese. Al momento ci sono ancora quantitativi stoccati della passata vendemmia, presso vinificatori e cantine cooperative, che costituiscono anche un problema di disponibilità di spazio per il prodotto che arriverà con la raccolta 2025. Si è in una fase di confronto con l’Assessore all’Agricoltura Bongioanni, nell’ottica di una strategia regionale per affrontare come “comparto vino Piemonte” le attuali difficoltà del settore, nel caso specifico della nostra denominazione si dovrà fare attenzione anche al tema dell’uva Moscato non rivendicabile come DOCG, che costituisce ancora per numerose aziende un elemento produttivo importante, ma che le distrae dall’impegnarsi nel proporre al mercato Asti o Moscato d’Asti targati DOCG. Abbassare la resa è la soluzione fin troppo facile a disposizione, perché come detto solleva dall’impegno di promuovere il vino che proviene dall’uva che dà vero reddito al territorio. La valutazione sulle rese avverrà comunque una volta a disposizione i dati di produzione e vendita della prima metà dell’anno, anche a seguito di un confronto previsto a breve nell’ambito ministeriale, nell’ottica di una gestione dello stoccaggio ed eventualmente, come rimedio estremo, di una richiesta della distillazione di crisi.
Diversi gli interventi dalla platea dei presenti, soddisfatti dalle risposte del presidente Ricagno e e del direttore Pondini, i quali comunicano anche che sta proseguendo l’iter per la versione Rosè dell’Asti, che presto inizierà la sua storia sul mercato. In conclusione, il vicepresidente Luca Luigi Tosa informa della volontà dell’Associazione di allestire un incontro pubblico su queste tematiche da organizzarsi a Moncucco, dove si parlerà anche del Registro della Viticoltura Eroica, che attualmente comprende 110 ettari di territorio. Tosa informa anche che per quanto riguarda la richiesta del Comune di Asti di ampliare l’area produttiva, dopo l’incontro dello scorso 4 marzo non ci sono state più proposte e non ci sono aggiornamenti, nessuna notizia in merito neanche dal Consorzio.

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