Agritech Agrion, Cia Cuneo: “Fondamentale investire sulla ricerca”
Maurizio Ribotta dichiara: “Mentre la tecnologia va avanti, è importante far procedere di pari passo la formazione degli operatori in campo”“Chiunque assista alla presentazione delle tecnologie e dei macchinari agricoli più innovativi, in questo caso per il vigneto, non può che giungere alla conclusione che è la ricerca la chiave di volta per lo sviluppo dell’agricoltura. Non c’è altra strada. In Piemonte, la Fondazione Agrion ha le potenzialità per agire, mantenendo il controllo in mani pubbliche, altrimenti tutto finirà per essere gestito dai privati, che legittimamente pensano al proprio tornaconto, prima che al bene comune”, così il presidente provinciale di Cia Cuneo, Claudio Conterno, presente oggi alla giornata sulle nuove tecnologie dei vigneti organizzata dalla Fondazione Agrion al Centro sperimentale per la viticoltura di Carpeneto.
Conterno continua: “Abbiamo chiesto alla Regione il coraggio di investire. Ci vogliono soldi, molti soldi, come in Veneto e in Trentino. Non è facile, ma bisogna trovarli. Dobbiamo avere la forza di chiamare a raccolta in Piemonte i migliori ricercatori del settore e farli lavorare sulle soluzioni che servono alla nostra agricoltura, siamo in grave ritardo. La prima emergenza, rimane l’acqua. Passata la siccità del 2022, ora che piove non se ne parla più. Bisogna realizzare un sistema di invasi, per noi meglio una rete di tanti piccoli invasi, ma in Italia mancano linee guida sulla progettazione e occorrono almeno sette anni per ottenere le autorizzazioni a costruirli. Affidiamoci agli ingegneri che lavorano ai sistemi irrigui in Marocco e Israele, dove la tecnologia su questo fronte ha compiuto passi da gigante. Non c’è più tempo, è in gioco la nostra sopravvivenza”.
Insieme al presidente Conterno, ha partecipato all’evento alessandrino anche il responsabile provinciale del Settore Tecnico di Cia Cuneo, Maurizio Ribotta: “Mentre la tecnologia va avanti, è fondamentale far procedere di pari passo la formazione degli operatori in campo, altrimenti le nuove attrezzature finiranno per rappresentare un costo in più, prima che un beneficio per le aziende che non ne hanno compreso appieno le potenzialità. Quello che si è visto oggi alla Tenuta Cannona rappresenta il futuro: droni, autopilotati, mezzi robotizzati. Nella maggior parte dei casi, siamo a livelli di sperimentazione e non ancora di applicazione su larga scala. Ma la strada è segnata e gli agricoltori devono essere formati a recepire le novità”, osserva Ribotta.
Dello stesso avviso l’esperto di macchine agricole Michele Musso: “Da una parte, per i ricercatori c’è l’esigenza di adattare le nuove tecnologie alle necessità delle lavorazioni in campo, in modo funzionale a tutte le coltivazioni, sia arboree che estensive. Dall’altra, il primo investimento nel presente delle aziende agricole deve riguardare l’aggiornamento professionale, senza il quale si finisce per navigare a vista, rischiando di perdere l’orizzonte del progresso”, dice Musso.
c.s.

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