Bergesio: “Riconoscere l'autoctonia della Trota Fario per salvare la pesca e tutelare le nostre tradizioni”
Il MASE ha confermato di aver avviato un percorso per la definizione delle specie ittiche d'acqua dolce riconosciute come autoctoneIl senatore Giorgio Maria Bergesio torna a chiedere al Ministero dell’Ambiente e della Sovranità energetica il riconoscimento dell'autoctonia della Trota Fario, specie fondamentale per l'ecosistema alpino e per l'economia delle comunità montane.
"Il mancato riconoscimento dell’autoctonia della Trota Fario impedirà il proseguimento della secolare coltivazione della specie nei corsi d’acqua di montagna, comportando il progressivo declino delle popolazioni selvatiche e azzerando di fatto la pratica della pesca dilettantistica nelle aree montane”.
Con queste parole, Bergesio ha ribadito la sua preoccupazione nell'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Ambiente e della Sovranità energetica.
“Negando lo status di specie autoctona alla Trota Fario si ignorano le istanze provenienti dai territori e dalle Regioni”, ha ricordato Bergesio, citando il riconoscimento del Coregone lavarello, introdotto in Italia nel XIX secolo, come esempio di una valutazione che ha correttamente tenuto conto dei valori storici, economici e culturali: “Siamo convinti che la Trota Fario abbia quantomeno la stessa rilevanza storica, culturale ed economica del Coregone lavarello", ha affermato Bergesio, chiedendo un intervento politico che vada oltre le mere considerazioni tecnico-scientifiche.
Nella sua risposta, il MASE ha confermato di aver avviato un percorso per la definizione delle specie ittiche d'acqua dolce riconosciute come autoctone e per la semplificazione del percorso autorizzativo per le specie alloctone. Il Ministero ha riconosciuto la complessità della materia, che richiede un equilibrio tra evidenze scientifiche, Direttiva Habitat e istanze regionali.
Il MASE ha ribadito che, grazie al lavoro del Nucleo di Ricerca e Valutazione, è già stato riconosciuto lo status di autoctonia per il Coregone nei laghi dell'Italia settentrionale e centrale, e per il Salmerino alpino in diversi bacini del Nord Italia. In attesa dell'adozione del decreto previsto dalla legge di bilancio 2022, il MASE ha espresso parere favorevole all'emendamento a prima forma del Senatore Bergesio 3.0.22 al ddl Semplificazioni, volto a snellire le procedure di immissione. Il Ministero ha inoltre richiesto ulteriori approfondimenti scientifici a ISPRA, auspicando un chiarimento definitivo sulla tematica. La strategia del MASE prevede un duplice approccio: il riconoscimento di autoctonia per le specie con sufficiente evidenza scientifica e lo snellimento delle procedure autorizzative per le specie non autoctone, basandosi sull'esperienza maturata con autorizzazioni pregresse per trote fario e iridea.
“Ho piena fiducia nel Ministro e nei suoi uffici, che invito ad agire il prima possibile. La questione della Trota Fario rimane un punto cruciale per la salvaguardia della biodiversità e delle tradizioni legate alla pesca nelle aree montane italiane. Ringrazio infine il presidente Matteoli della Fipsas che insieme all'amico Simone Bossi, già senatore, sono portavoce delle Regioni al fine di trovare una soluzione a questa problematica”, conclude ora il Senatore Bergesio.

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