Con il progetto RigenerAzione Guinea, LVIA rafforza pratiche agricole sostenibili
Nel fine settimana del 25 e 26 ottobre e del 1° e 2 novembre, nelle piazze di Cuneo sarà possibile ricevere un sacchetto di mele rosse IGP di Cuneo a fronte di una donazioneIl 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Quest’anno il tema “Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori” richiama tutti — governi, organizzazioni e cittadini — a un impegno comune per garantire a ciascuno l’accesso a cibo sano e sostenibile. Oggi oltre 673 milioni di persone soffrono la fame (dati FAO), mentre in altre parti del mondo crescono obesità e sprechi. Crisi climatiche, economiche e conflitti aggravano le disuguaglianze e mettono sotto pressione sistemi agroalimentari già fragili.
Il settore agroalimentare è tra i principali responsabili della crisi climatica, ma anche una leva fondamentale per il cambiamento. Rendere il diritto al cibo una realtà per tutti significa agire insieme — localmente e globalmente — per costruire sistemi alimentari più giusti e sostenibili.
Una delle chiavi per raggiungere questi obiettivi è la transizione agroecologica, un approccio che unisce ecologia, conoscenze locali e giustizia sociale per rendere i sistemi agricoli più sostenibili e resilienti.
È proprio partendo da questa visione che l’associazione LVIA applica l’agroecologia nei propri interventi legati all’agricoltura e alla sicurezza alimentare. In Guinea, questo impegno si traduce nel progetto “RigenerAzione Guinea”, che introduce pratiche agroecologiche innovative nelle regioni dell’Alta, Media e Bassa Guinea. I referenti del progetto Loïc Gustin, rappresentante Paese di LVIA in Guinea e Amadou Oury DIALLO, assistente coordinatore, ci hanno raccontato la realtà del mondo agricolo in Guinea e le sfide che i produttori affrontano ogni giorno.
Quali sono le principali difficoltà che avete constatato nel mondo agricolo?
“In Guinea gli agricoltori affrontano numerose sfide: stagioni piovose più brevi e irregolari e precipitazioni più violente del normale, che possono deteriorare le giovani piantagioni. In parallelo, osserviamo una crescente degradazione dei suoli e dipendenza da sementi importate. Inoltre, l’uso di prodotti fitosanitari chimici è diventato la norma: questi sono poco regolamentati e controllati, con un reale rischio per la salute. Si aggiungono poi le difficoltà di commercializzazione: i produttori dipendono fortemente dagli acquirenti all’ingrosso. I piccoli produttori della Guinea hanno accesso limitato alla terra: soprattutto le donne che – per tradizione – non possono ereditare gli appezzamenti. Inoltre c’è il problema della gestione dell’acqua, della disponibilità finanziaria e dell’accesso a strumenti e tecnologie adeguate”.
Nel progetto si lavorerà molto nella valorizzazione degli ortaggi indigeni africani. Perché sono importanti per l’alimentazione?
“È documentato che le popolazioni dell’Africa subsahariana consumano troppo pochi micronutrienti. La Guinea non fa eccezione nonostante il Paese disponga di molti alimenti ad alto valore nutritivo. Le verdure più ricche, però, sono spesso poco conosciute o troppo costose. Gli ortaggi tradizionali africani noti per le loro proprietà nutritive, stanno scomparendo dalle abitudini alimentari: il progetto punta a reintrodurle nella dieta quotidiana, promuovendone il consumo nelle famiglie e nella ristorazione attraverso ricette locali, equilibrate e accessibili”.
L’agroecologia ha anche una dimensione culturale oltre alla dimensione tecnica
“Sì! L’agroecologia non si limita a un approccio tecnico, ma possiede una forte dimensione culturale. Valorizza i saperi locali, le tradizioni e i valori delle comunità, promuovendo la giustizia sociale. Il concetto di agroecologia ha dimensioni ecologiche, economiche, sociali, politiche e culturali integrate per creare sistemi alimentari sostenibili. Si basa su una visione olistica che collega ecosistemi, sistemi alimentari e relazioni umane. Amiamo ricordare che non esiste una sola transizione agroecologica, ma più transizioni, perché il modo di affrontarla e promuoverla cambia in base al contesto”.
La transizione agroecologica in Guinea, come nel resto del Mondo, resta una sfida complessa. Con il progetto RigenerAzione Guinea, LVIA e i suoi partner si inseriscono in questo processo, contribuendo a rafforzare pratiche agricole sostenibili e a costruire, passo dopo passo, sistemi alimentari più resilienti. A sostegno del progetto, sul territorio piemontese, LVIA propone l’iniziativa “Un sacchetto di mele per la Guinea”. Nel fine settimana del 25 e 26 ottobre e del 1 e 2 novembre, nelle piazze di Torino, Cuneo e province limitrofe, sarà possibile ricevere un sacchetto di mele rosse IGP di Cuneo a fronte di una donazione, uno dei molti modi concreti di collaborazione, solidarietà e cooperazione per sostenere i progetti di sviluppo agricolo sostenibile.
Per saperne di più è possibile consultare il sito www.lvia.it. RigenerAzione Guinea è finanziato dalla Cooperazione Italiana ed è promosso da un consorzio guidato dall’ONG LVIA con CISV, CISAO e APIO.

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