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CUNEO - mercoledì 03 giugno 2020, 15:18

I vegani antispecisti contro Confagricoltura: ‘Gli animali non sono una nostra proprietà’

Il gruppo di attivisti prende posizione contro l’allevamento, criticando le posizioni espresse da Oreste Massimino sulla filiera avicola

 
Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un gruppo di attivisti vegani antispecisti in risposta all’intervento di Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, pubblicato il 15 maggio scorso dalla nostra testata con il titolo ‘La filiera avicola è virtuosa responsabile e sostenibile’:
 
Siamo un gruppo di attivisti vegani antispecisti e scriviamo riguardo all'articolo di Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, pubblicato il 15 maggio 2020: “La filiera avicola è virtuosa responsabile e sostenibile”.
 
In questo articolo il signor Massimino si lamenta dell'attacco mediatico quotidiano rivolto alla zootecnia, additata come “causa di tutti i mali”, da parte di persone o lobby che ritengono di avere “la verità in tasca”...
 
Con dati alla mano, ci permettiamo di discutere l'argomento da un punto di vista più ampio e quindi globale, senza limitarci al piccolo panorama cuneese, facente comunque parte di un sistema più esteso.
 
L'allevamento intensivo ed estensivo vede, in primo luogo, violati i diritti basilari degli animali non umani, concepiti da questa industria come macchine produttrici di carne, latte, latticini, uova, pelle, e non come individui quali sono.
 
Non riteniamo di avere “la verità in tasca”, ma abbiamo la consapevolezza che il diritto alla vita e quindi alla libertà, sia un diritto inalienabile di ogni essere vivente.
 
Non ci atteggiamo da esperti, semplicemente ci informiamo e prendiamo posizione di fronte al più grande sistema di sfruttamento e di sterminio sistematico di esseri senzienti nel mondo, cercando di creare consapevolezza e pensiero critico nelle persone.
 
Lei, inoltre, definisce gli allevamenti (in particolare quelli che la vedono coinvolto direttamente): virtuosi, responsabili e sostenibili.
 
Le spieghiamo il nostro totale disaccordo.
 
Virtuosi? Considerare e trattare l'animale non umano come “qualcosa che va messo nelle migliori condizioni possibili per produrre reddito” non è virtuoso. È irrispettoso e profondamente ingiusto. Gli animali non umani non sono una nostra proprietà.
 
Responsabili? Come persone abbiamo il dovere morale di non sfruttare e uccidere gli altri individui. Non può esserci responsabilità alcuna derivante dallo sfruttamento e dall'uccisione.
 
Sostenibili? L'allevamento è una delle principali cause dei cambiamenti climatici. Secondo la FAO e i ricercatori del Worldwatch Institute è responsabile di 32.564 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 all'anno, ovvero del 51% delle emissioni globali annue.
 
Il 45% delle terre emerse sono destinate agli allevamenti. Un terzo dell'acqua dolce del pianeta viene utilizzato dall'industria della zootecnia.
 
La terra non potrà sostenere a lungo un ritmo simile. Crediamo fermamente sia nostro dovere assumere uno stile di vita più attento e rispettoso dell'ambiente, in tutti i suoi ambiti, e di tutti i suoi abitanti.
 
Un aspetto importante da lei toccato è il fattore economico, ma in realtà è un falso problema: ogni volta che l'umanità è progredita (nei modi di vivere, nei valori, nelle tecnologie) alcuni lavori si sono persi e se ne sono creati di nuovi. Questo è ciò che sta accadendo nel settore alimentare: a un calo della domanda di prodotti animali corrisponde, da alcuni anni, un importante aumento della richiesta di prodotti vegetali, etici e sostenibili. L'economia non è mai statica, ma cambia adattandosi a nuove esigenze.
 
Concludendo, ci ha stupito come sia stata sottolineata la visita a un allevamento da parte degli studenti dell'Università di Pollenzo che hanno potuto constatare le condizioni di vita degli animali all'interno dei capannoni.
 
Noi crediamo che il termine più adatto da utilizzare nei confronti delle nuove generazioni che si trovano davanti individui non umani allevati e condannati al macello sia: indignazione!
 
L'augurio che vogliamo rivolgere a questi ragazzi è che abbiano un motivo per indignarsi.
 
Farlo di fronte a questa ingiustizia li renderebbe consapevoli e impegnati. Non c'è bellezza più grande di poter constatare una prevaricazione ed attivarsi per combatterla!
 
Sara Masoero, Angela Saba, Gaia Bertello, Rosangela Navello, Daniele Mollo, Karen Leonini, Sandra Martinatto
Redazione
CUNEO
Tag:
ambiente - Confagricoltura - allevamento - animalismo - veganesimo
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