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    CUNEO - Thursday 10 July 2025, 09:08

    La Camera dice “sì” alla legge che tutela la montagna: a disposizione 200 milioni annui

    Ciaburro: “Finalmente un provvedimento strutturale, con una visione strategica. Dico grazie a chi in questi anni con sacrifici e passione non ha abbandonato le Alte terre”
    La Camera dice “sì” alla legge che tutela la montagna: a disposizione 200 milioni annui

    Via libera della Camera alla legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, che ora ritornerà al Senato per una ulteriore lettura. L’obiettivo è invertire la tendenza allo spopolamento e rilanciare sviluppo e servizi nei territori delle Alte terre. Tra le novità, l’istituzione della Strategia nazionale per la montagna italiana (SMI), finanziata tramite il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane e un nuovo sistema di classificazione dei comuni montani basato su altitudine e pendenza. Nel complesso la nuova norma mette a disposizione dei comuni montani circa 200 milioni l’anno per il periodo 2025-2027 per misure a favore della sanità; (40 milioni), dell’istruzione (20 milioni) e di una serie di interventi mirati al sostegno dell’agricoltura, dei servizi digitali, della mobilità, del turismo e al contrasto dello spopolamento.

    Ad intervenire in Aula a nome dl suo partito, Fratelli d’Italia, è stata l’onorevole Monica Ciaburro: “Da cuneese, da sindaco di un Comune montano a 1700 metri, da amministratore locale e da persona che ha vissuto e vive la montagna, il provvedimento mi sta cuore perché mi permette di portare non solo la mia voce e quella del gruppo di Fratelli d’Italia, ma anche la voce di quei milioni di cittadini che con determinazione, sacrifici e amore per la propria terra, hanno deciso di non abbandonarla, nonostante le difficoltà”.

    Onorevole Ciaburro da tempo la montagna attende questo provvedimento che, per uno strano caso del destino, arriva dopo l’unica legge sul territorio montano redatta da un cuneese. “È vero. Nel dicembre del 1994 venne approvata l’ultima legge organica, di indirizzo, sulle aree montane, nota come “legge Carlotto”, rimasta purtroppo in gran parte inattuata. Il senatore Natale Carlotto, da cuneese, comprese e interpretò perfettamente le esigenze della montagna e delle aree interne, tanto che la sua è una legge ancora oggi estremamente moderna per gli argomenti trattati”.

    Ci sono quindi delle affinità tra i due provvedimenti? “Sì, la legge Carlotto ha trattato temi concreti presenti ancora oggi, nella legge attuale, come le risorse specifiche per rispondere ai bisogni reali della montagna o l’attenzione all’agricoltura e alla tematica della frammentazione fondiaria. Inoltre ha saputo anticipare con grandissima modernità una visione per cui uomo e comunità sono riconosciuti come i primi ad attuare una attività di tutela, ben lontani delle follie ideologiche che invece voglio un uomo come nemico della natura e del territorio. Era una legge che parlava di autoproduzione energetica, interdipendenza tra ambiente, energia, territori. Anticipava temi che ancora più oggi sono di grande attualità”.

    Un connubio quello tra uomo e natura che ha fatto sentire tutta la su forza soprattutto nel periodo del Covid, quando la montagna è diventata un rifugio. “Durante la pandemia il valore e l’opportunità che queste terre possono offrirci sono emerse sotto gli occhi di tutti: diverso modo di vivere antitetico alla velocità intensità delle grandi metropoli ma compatibile con le sfide del mondo del lavoro grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione dalle moderne tecnologie. Vivere in montagna è un onere e un onore è una scelta di vita, resa spesso difficile, alle volte impraticabile da sperequazioni nei confronti delle aree più centrali, che hanno creato quei fenomeni che ben conosciamo come la desertificazione economica e demografica di territori che comunque mostrano una grande vitalità e resilienza. Riconoscere le differenze che esistono tra le aree centrali e periferiche, tra urbane e montane è un atto dovuto di civiltà che dobbiamo per rispetto alla nostra terra, al dettato costituzionale e per rilanciare la nostra Nazione”.

    Come si può, attraverso un provvedimento di legge, rispettare territorio e persone? “La montagna e tutti i suoi uomini e le sue donne, meritano rispetto e serietà. E rispettarli significa lavorare con provvedimenti concreti che realizzino risultati, passo dopo passo come del resto si fa per conquistare una cima. Voglio sottolineare che questo è il primo provvedimento sulla montagna che sta per diventare legge dello Stato e lo ha promosso il Governo Meloni, nella coalizione di centrodestra in poco più di due anni di mandato. Questo provvedimento riconosce lo sviluppo delle zone montane come obiettivo di interesse nazionale, anche alla luce della loro importanza strategica, nella tutela dell’ambiente e della biodiversità, nonché nel contrasto alla crisi demografica e al sostegno della nostra crescita economica”.

    Un obiettivo ambizioso, come lo si può raggiungere? “Si raggiunge con una serie di misure presenti nella legge. Per esempio la riclassificazione delle aree montane sulla base di criteri più mirati, una strategia di sviluppo per la montagna, una rimodulazione del fondo della montagna con dotazione annua di 200 milioni di euro, misure per contrastare la carenza di medici, agevolazioni per i docenti che prestano servizio nelle scuole di montagna. Il testo affronta anche le tematiche dell’agricoltura con un intervento firmato da me e dai colleghi Caretta e Mattia: previsto di creare un tavolo tecnico con l’obiettivo di attivare un programma di ricomposizione fondiaria nei comuni montani. Una problematica che si è rivelata per troppo tempo un ostacolo alla crescita”.

    La carenza di telecomunicazioni è spesso un peso per le aree montane. “È per questo che sul piano delle telecomunicazioni abbiamo fatto un importante passo in avanti sia per lo sviluppo di elementi innovativi, come lo smartworking, sia per abbattere la piaga del divario digitale. Sul piano del lavoro si interviene con una prima serie di misure, come gli incentivi a favore delle imprese montane guidate dai giovani. Un’ottima misura, che grazie ad un emendamento a mia prima firma, condiviso con la collega Caretta ed altri, garantirà la piena attività di queste imprese, di ritorno con l’erogazione dei relativi servizi anche al di fuori del periodo turistico. Si interviene in molti ambiti: sanitario, ambientale, scolastico, economico, infrastrutturale con una logica ben precisa, portata avanti tra Governo e Parlamento, per il quale devo ringraziare il ministro Calderoli e che mira a superare l’assistenzialismo, fornendo invece una strategia e una visione capaci di dare nuove prospettive alla montagna”.

    Questo provvedimento è risolutivo? “Siamo di fronte ad un passo importante e concreto, per rispondere ai territori montani. Quando i turisti si recano in montagna ne apprezzano la bellezza e la cura del paesaggio. Cura che non è casuale ma frutto di una presenza antropica molto forte e rispettosa, in totale simbiosi con questi ambienti. Dove l’uomo non ha più potuto intervenire, dove gli alpeggi sono scompari ci siamo ritrovati territori privi di gestione, a rischio idrogeologico, di incendi. La nostra regola di ingaggio l’ha dettata Mario Rigoni Stern: la montagna non chiede promesse ma gesti. La montagna è di tutti, ma non per tutti: è di chi la ama e la rispetta. Proprio per questo per chi decide di aprire o mandare avanti un’attività agricola, artigianale commerciale, turistica ad oltre 500 metri sul livello del mare, di andare insegnare in una scuola in montagna, a chiunque abbia deciso di creare ricchezza e sviluppo sulle Alte terre, possiamo e dobbiamo dire solamente una cosa: grazie. Grazie a tutti coloro che con passione e sacrificio vivono quotidianamente la montagna”.

    L’opposizione, in Aula, è stata molto critica su questo provvedimento. “Ai colleghi dell’opposizione, che hanno avuto più di dieci anni per fare tutto quello che così minuziosamente hanno professato nel dibattito d’Aula, porgo il mio più sincero invito a farsi un esame di coscienza, perché la verità è che l’unico grande atto per la montagna, dalla legge Carlotto del1994 ad oggi, lo sta facendo il Governo Meloni, con la coalizione del centrodestra. Tutto il resto sono chiacchiere e promesse”.

    “Chi voterà questo provvedimento lo farà non contro il governo ma contro la montagna”.

    c.s.
    luogo CUNEO
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    Tag:
    Montagna - Camera - ciaburro - Alte terre
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