Siccità, l'attenzione resta alta ma per l'Acda "non siamo ancora a livelli di allarme"
Il cambiamento climatico e i consumi estivi più alti riducono le sorgenti superficiali e mettono in difficoltà alcune valli, la situazione per ora però è sotto controlloNon siamo ai livelli dell’estate 2022, quando la siccità aveva riguardato anche la città di Cuneo. Ma in montagna le riserve idriche stanno di nuovo calando. “Oggi i problemi sono legati più al mal consumo che alla mancanza d’acqua vera e propria”, spiega il presidente dell’Acda Livio Quaranta.
Le cause del fenomeno sono note: in inverno nevica sempre meno, la neve si scioglie più velocemente, d’estate fa sempre più caldo e in questo periodo i consumi, in particolare in alcune valli, crescono notevolmente rispetto al resto dell’anno. Per questi motivi, in questi giorni a Boves la portata dell’acqua destinata all’irrigazione è stata ridotta, e le valli stanno incontrando difficoltà. “L’acqua è diminuita un po’, ma non siamo ancora ai livelli di allarme. C’è una diminuzione delle sorgenti superficiali e la situazione andrà a peggiorare se non piove”, ha detto Quaranta. Si sono registrate situazioni critiche in valle Varaita – alcune di queste sono state risolte mentre in altre l’Acda continua a portare acqua – e in valle Maira, ma solo in concomitanza di alcuni eventi che hanno visto la partecipazione di molte persone.
“Nell’area di Boves, Peveragno e Chiusa Pesio invece cominciamo ad avere carenze reali. Lì non c’è mai stata molta acqua e l’abbiamo sempre risolta ad esempio con l’allaccio delle Langhe, che provvede in parte ma da solo non è sufficiente”. A Boves la situazione per ora è sotto controllo, mentre a Peveragno e Chiusa Pesio l’Acda ha chiesto di fare attenzione ai consumi. Anche i rifugi della valle Gesso stanno affrontando difficoltà. Il 13 agosto sul profilo Instagram del rifugio Remondino il gestore ha annunciato di essere entrato in “emergenza acqua” e ha chiesto collaborazione: “Chiediamo a tutti quelli che salgono in giornata di portarsi più acqua possibile da valle”. Anche il Morelli Buzzi si trova in una situazione simile.
In questo periodo il consumo di acqua cresce notevolmente, in particolare nelle valli per effetto dei turisti. “È sicuramente un buon indicatore per la presenza turistica, che favorisce un’economia debole come quella della montagna, ma può creare qualche problema”. In qualunque caso, siamo lontani dai livelli di tre anni fa. “Nel 2022 c’era stata siccità assoluta, nel 2023 un po’ meno, e l’anno scorso invece era piovuto tanto. Dobbiamo ricordarci però che la riserva la crea la neve”, ha detto il presidente dell’Acda.
La differenza con il 2022 è evidente. Tre anni fa, tra luglio e dicembre, l’Acda aveva fatto 420 viaggi con le autobotti per trasportare l’acqua. Adesso ne sono stati fatti alcuni in valle Varaita, due in valle Maira, e sono stati eseguiti alcuni interventi nella zona di Peveragno per riempire una vasca. “Però stiamo con gli occhi molto aperti: abbiamo i camion carichi di acqua pronti a partire”. In generale, ci sono luoghi che segnalano la diminuzione della pressione, ma l’area dell’acquedotto di Cuneo che serve i Comuni intorno al capoluogo non dà segni di sofferenza. “Nel 2022 avevamo registrato carenze su Cuneo. In quella situazione avevamo avuto veramente dei problemi, adesso anche li abbiamo ma sono limitati e sono legati soprattutto a un cattivo consumo”.
Come far fronte quindi al problema della mancanza di acqua? “Noi possiamo ammodernare le reti il più possibile, però è un problema che colpisce innanzitutto la media e alta montagna perché lì le sorgenti sono più superficiali”. Come spiega Quaranta, è anche un fatto di educazione, ed è necessario che ognuno faccia la sua parte contribuendo a un consumo dell’acqua consapevole, che minimizzi gli sprechi. “Bisogna consumare il meno possibile, fare delle riserve, e i consumi devono essere per uso domestico. Tutti dobbiamo renderci conto che l’acqua non è una risorsa infinita, ma ha dei limiti”.

Montagna - acqua - siccità