Dal gatto nero al corvo: quando le superstizioni raccontano più dell’uomo che degli animali
“Gli animali non portano fortuna né sfortuna. Portano vita, equilibrio, amore e compagnia” dice la presidente di GEA Mara RebuffattiGli animali hanno sempre vissuto accanto all’uomo, ma non sempre con il rispetto che meritano. In molte epoche e culture il loro aspetto - soprattutto il colore del manto - è stato interpretato come un segno magico, un avvertimento o una promessa di fortuna. E così sono nate le superstizioni, che ancora oggi sopravvivono nei racconti popolari.
Il gatto nero è l’esempio più conosciuto. In Europa medievale era accusato di essere il compagno delle streghe, simbolo di sventura. Ma non ovunque è così: in Francia un gatto nero davanti alla porta è considerato un portatore di prosperità; in Scozia indica ricchezza in arrivo; in Giappone regala amore e protezione, soprattutto alle giovani donne.
Anche gli uccelli hanno un posto speciale nelle credenze popolari. In Italia il gracchiare del corvo o l’ululato del gufo sono stati a lungo legati alla morte. Ma in Romania un uccello che canta davanti alla finestra è segno di novità imminenti, mentre per i nativi americani il corvo è simbolo di trasformazione e saggezza. In Albania, invece, un cane che ulula davanti alla porta non porta sventura, ma annuncia l’arrivo di ospiti: una lettura molto più calorosa e comunitaria.
Neppure i cavalli sono stati risparmiati: in alcune tradizioni il cavallo nero era temuto come presagio di guerra o di morte, mentre quello bianco era celebrato come simbolo di forza e vittoria. Oggi sappiamo che ogni cavallo, scuro o chiaro, porta con sé lo stesso coraggio e la stessa nobiltà.
“Gli animali - ricorda la presidente della GEA ODV di Cuneo, Mara Rebuffatti - non portano fortuna né sfortuna. Portano vita, equilibrio, amore e compagnia. La vera sfida è imparare a guardarli senza pregiudizi, liberandoli dal peso delle superstizioni che noi stessi abbiamo creato”. Anche la vicepresidente Magdalena Nascu sottolinea: “Ogni colore, ogni piuma, ogni pelo ha un significato nella natura. Non è un presagio, ma un dono. Spetta a noi imparare a riconoscerlo”.
“Come associazione di guardie ecologiche e ambientali, - aggiungono - vogliamo ricordare che gli animali non sono simboli da interpretare, ma esseri viventi da rispettare. Le superstizioni sono parte del folklore e della storia, ma oggi il nostro compito è trasmettere un messaggio diverso: quello dell’amore, della cura e della gratitudine verso tutte le creature, dal gatto nero al cavallo dal manto scuro, dal corvo al cane che ulula”.

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