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SALUZZO - Saturday 25 October 2025, 13:01

Daniel Lumera incanta il pubblico di Saluzzo con il potere di “lasciar andare”

Una lectio intensa e partecipata tra filosofia, neuroscienze e spiritualità contemporanea nell'ambito della Festa del Libro Medievale e Antico
Daniel Lumera incanta il pubblico di Saluzzo con il potere di “lasciar andare”
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L’attesissimo incontro con Daniel Lumera ha riempito ieri sera il Pala CR Saluzzo, dove si è tenuta la lectio del noto divulgatore e docente nell’ambito della quinta edizione della Festa del Libro Medievale e Antico di Saluzzo, quest’anno dedicata al tema “Religiosità e spiritualità nel Medioevo”, in occasione del XXV Giubileo ordinario e dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi.
A introdurre l’incontro è stato il dott. Marco Pautasso, vicedirettore del Salone Internazionale del Libro di Torino, partner della rassegna saluzzese.

Lumera, biologo naturalista, research fellow in Sociologia dei processi culturali e comunicativi, autore di numerosi bestseller e volto noto del Corriere della Sera dove cura la rubrica “7 Respiri”, ha presentato il suo nuovo libro, “Ti lascio andare. Come alleggerirsi da pensieri, ricordi e altri pesi invisibili per fare spazio alla vita” (Mondadori, 2025). Con la sua consueta chiarezza e profondità, ha guidato il pubblico in un percorso di riflessione sul tema del lasciar andare come chiave per vivere pienamente il presente. “Lasciar andare – ha spiegato – non significa rinunciare, ma imparare a vivere con gratitudine, leggerezza e felicità”.

Foto

Nella società contemporanea, dominata dal possesso e dal consumismo, “l’esigenza del lasciar andare diventa un’urgenza – ha sottolineato Lumera –. Viviamo in un mondo dove tutto è regolato dal bisogno di trattenere: persone, oggetti, esperienze. Ma tutto è destinato a cambiare: il principio che regola la vita è la trasformazione. Siamo destinati a diventare un oceano indistinto”.

Da qui la necessità di riconoscere quanto il nostro sistema educativo, fin dall’infanzia, sia improntato al controllo e alla regola più che all’ascolto. “Quando un bambino dice che non ha fame, spesso viene obbligato a mangiare perché è ‘l’ora di pranzo’. Così – ha spiegato – si sostituisce l’ascolto del corpo con l’obbedienza alla norma, e ogni comportamento viene regolato da un premio o da una punizione. In questo modo, si creano meccanismi di dipendenza basati sul rilascio di dopamina, lo stesso semplice principio osservato dagli scienziati nei topi da laboratorio. Quando la distribuzione del cibo è dissociata da quella della sostanza gratificante si generano comportamenti compulsivi e distorti . Accade lo stesso a noi: il sistema bastone e carota genera dipendenza, come lo scrolling continuo sui social che ha portato il 46% degli adolescenti italiani a stati depressivi e ansiosi”.

Il discorso si è poi spostato sulle relazioni, dove il possesso continua a permeare il tessuto sociale. “Basta pensare alla parola matrimonio – ha osservato Lumera – che deriva dal latino mater e munus, il dovere della madre. Già nella sua origine, la parola riflette una visione di obbligo e di possesso. Lo stesso vale per patrimonium, il dovere del padre di provvedere. Sono concetti che rivelano quanto profondamente il controllo e la regola siano radicati nel nostro linguaggio e nella nostra cultura”.

Da qui l’importanza di imparare a lasciar andare anche schemi, legami e idee preconcette. “Viviamo in una società iper-performante – ha continuato – che alterna picchi di adrenalina e momenti di crollo, che compensiamo con cibo spazzatura, agende piene o relazioni tossiche. Non esistono più spazi di smaltimento interiore, per questo è fondamentale creare contesti di vacuità, di contemplazione e rigenerazione. Liberarsi dal sapere, lasciar andare”.


Richiamando la filosofia orientale, Lumera ha citato l’espressione giapponese “Shikata ga nai”, che significa “non c’è niente da fare” o “così vanno le cose”: un invito a comprendere quando è tempo di accettare, a riconoscere la fine come parte naturale della vita. “Il potere di lasciar andare – ha detto – è un atto d’amore profondo verso tutto ciò che non ci appartiene più”.

Uno dei momenti più toccanti della serata è stato il racconto dell’accompagnamento alla morte di una madre che doveva lasciar andare la figlia malata di tumore. “La madre è nutrimento per il figlio fin da prima del concepimento – ha ricordato Lumera – e quando lo accompagna alla morte vive la più grande trasformazione possibile: il dolore che si fa gratitudine. Essere grati per ciò che è stato, anche per il dolore, è trasformazione; essere grati per ciò che verrà, è fiducia”.

La formazione da biologo naturalista di Lumera è emersa nei numerosi richiami al mondo naturale. “Nel bosco – ha spiegato Lumera – ci sono tre tipi di alberi: i dominanti, che hanno raggiunto la luce e sanno fermarsi; i dominati, che attendono la morte dei genitori per crescere nella radura di luce; e i sottomessi, i più piccoli, che spesso muoiono nell’ombra, ma dai quali tutto può rinascere dopo un incendio o una gelata. È un insegnamento prezioso: anche dentro di noi la rinascita arriva dagli ‘ultimi’, da ciò che tendiamo a nascondere o ignorare, dai dolori e dalle ombre che custodiamo. È da lì che tutto riparte”.

Tanti i momenti di commozione e di riflessione profonda, che hanno reso l’incontro più che una conferenza, una vera esperienza collettiva di consapevolezza, è stata la meditazione finale. La cosiddetta “meditazione dei sospiri”, una pratica guidata da Lumera e spesso associata ai suoi ventotto respiri. Si tratta di una tecnica di respirazione consapevole che combina l’inspirazione profonda dal naso, per caricarsi di energia vitale, e l’espirazione lenta e profonda dalla bocca, per rilasciare tensioni. La meditazione si conclude con una breve fase di apnea a polmoni vuoti, che induce calma e silenzio interiore, seguita da respiri liberi e dalla riconnessione con un sentimento di gratitudine. Un momento di intensa partecipazione emotiva che ha lasciato nel pubblico un senso di pace e di rinnovata fiducia nel potere del lasciar andare.

Valentina Gorreta
luogo SALUZZO
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lumera
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