L’intelligenza artificiale, una nuova alleata per i monitoraggi faunistici nel Parco del Monviso
I tecnici stanno iniziando a utilizzare le ultime innovazioni applicandole in particolare alle analisi bioacustiche, con registrazioni effettuate sul campo dei suoni emessi dagli animaliNel silenzio degli ambienti naturali ai piedi del Monviso, una rivoluzione tecnologica sta ridefinendo il modo in cui si lavora per la conservazione della biodiversità. L’intelligenza artificiale, spesso associata a contesti urbani e industriali, sta dimostrando il suo straordinario potenziale in un ambito forse inaspettato: il monitoraggio della fauna selvatica.
I tecnici del Parco del Monviso stanno iniziando a utilizzare le innovazioni rese possibili dall’intelligenza artificiale applicandole in particolare alle analisi bioacustiche, che si avvalgono di registrazioni effettuate sul campo dei suoni emessi dagli animali. Captati attraverso appositi microfoni, il canto di un uccello raro all’alba o gli impercettibili all’orecchio umano ultrasuoni emessi dai pipistrelli durante la caccia notturna – soltanto per citare due esempi di suoni che sono già stati registrati per poi essere successivamente interpretati – diventano informazioni preziose su presenza, distribuzione e comportamento degli animali.
Questi “orecchi tecnologici” raccolgono sul campo così grandi quantità di dati audio da rendere complessa, per non dire impossibile, un’analisi manuale: si tratta di centinaia di ore di audio registrati che nessun team umano potrebbe analizzare efficacemente ed è proprio qui che l’intelligenza artificiale entra in gioco, fornendo un supporto fondamentale anche al lavoro nel Parco del Monviso.
La AI può infatti essere addestrata per riconoscere automaticamente specifici pattern sonori associati a determinate specie: in questo modo si possono classificare in modo autonomo ed estremamente rapido gli spettrogrammi, ovvero le rappresentazioni grafiche dei suoni registrati.
Software all’avanguardia come BirdNET della Cornell University sono in grado di riconoscere il canto distintivo di centinaia di specie di uccelli, anche quando questi sono appena percettibili o mescolati ai rumori di fondo della foresta. Altri programmi specializzati decifrano le complesse ecolocalizzazioni dei pipistrelli, trasformando segnali apparentemente indecifrabili in dati preziosi sulla biodiversità locale. Questi sistemi non si limitano a identificare le specie: imparano costantemente, affinando la loro precisione con ogni nuova registrazione analizzata. È come avere centinaia di naturalisti esperti in servizio 24 ore su 24, in ogni angolo del parco.
L’impatto di questa tecnologia è rivoluzionario soprattutto per il monitoraggio delle specie più elusive. I sensori acustici, supportati dalla AI, creano una rete di sorveglianza non invasiva che opera ininterrottamente, rivelando pattern comportamentali, spostamenti stagionali e persino risposte ai cambiamenti climatici che altrimenti potrebbero rimanere invisibili: c’è anche la possibilità concreta che attraverso questa strumentazione si possano individuare specie che fino a questo momento non sono ancora state osservate sul territorio, contribuendo a migliorare in maniera significativa la nostra conoscenza degli ambienti naturali.
Ciò che rende l’applicazione dell’intelligenza artificiale nel monitoraggio faunistico particolarmente affascinante è il suo perfetto connubio tra alta tecnologia e conservazione ambientale: si tratta di strumenti all’avanguardia che, anziché allontanarci dalla natura, ci permettono di comprenderla e proteggerla con un’efficacia senza precedenti.
c.s.

Parco del Monviso