Dal 1° ottobre si trasferisce il Pronto Soccorso pediatrico del "Santa Croce"

Trasferimento in vista per il Pronto Soccorso pediatrico dell’ospedale “Santa Croce” di Cuneo, che dal prossimo 1° ottobre traslocherà dal quarto piano per spostarsi nei locali attigui al Pronto Soccorso generale. La riorganizzazione è stata presentata stamattina, lunedì 23 giugno, in una conferenza stampa organizzata direttamente nell’ufficio del direttore generale Livio Tranchida, alla presenza dei professionisti dei reparti coinvolti. Del trasferimento si era parlato già un anno fa, ma la decisione era poi stata rinviata, anche a causa di qualche “resistenza” interna. Oggi, dopo un percorso di partecipazione che ha coinvolto medici, infermieri, operatori e associazioni, si è invece arrivati al dunque.

 

“Saniamo un’anomalia del passato. Un Pronto Soccorso pediatrico dovrebbe stare all’interno di un Pronto Soccorso, anche se questo non è sempre facile, in particolare in un’ospedale datato come il nostro”, ha detto Tranchida. Al Pronto Soccorso pediatrico cuneese passano ogni anno 11 mila bambini, il 16% dei quali con casi complessi.

 

“Un anno fa l’idea non era andata in porto, ora sì. - ha proseguito il direttore - È stato importante ascoltare tutti gli attori: i protagonisti di questo percorso hanno scelto tempi e modi. Si tratta di un cambiamento molto importante, qui i due servizi sono sempre stati separati logisticamente. Riunirli significa condividere buone pratiche e avviare un iter per uniformare e scambiare informazioni e conoscenze. Infermieri e infermieri pediatrici avranno un upgrade delle loro competenze". 

 

"Dopo un anno di riflessione e confronti siamo pronti a questo grande passo, un passo importante. - ha detto la dottoressa Eleonora Tappi, primario di Pediatria dell’ospedale cuneese - Ci sarà maggior cura in ogni tappa del percorso. La contaminazione culturale tra le equipe sarà un momento di crescita per i professionisti”. 

 

Presente anche il direttore del DEA, il dottor Giuseppe Lauria: “Il tema è la crescita delle professionalità che abbiamo in questa struttura. Integrare competenze ulteriori è stata una sfida, con l’obiettivo di garantire ai pazienti più piccoli le migliori cure. I percorsi diventano più fluidi, questo permette una risposta più efficiente e più rapida: per esempio, non servirà più salire al quarto piano per poi scendere nuovamente per eventuali esami radiodiagnostici. Migliora la qualità del servizio”. 

 

Ad illustrare nel dettaglio la nuova organizzazione è stato il dottor Mauro Giraudo, coordinatore del DEA: “Il percorso è iniziato un anno fa con la formazione, formazione che continuerà anche dopo il 1° ottobre. L’ingresso unico per tutti i pazienti faciliterà il triage. Ci sarà un incremento del personale, quello della pediatria scenderà in Pronto Soccorso ed entrerà in questo contesto. I bambini degenti in reparto, al quarto piano, hanno bisogno di più tranquillità, si migliorerà anche questo aspetto. Tutto andrà a facilitare il percorso del bambino che accede al Pronto Soccorso”.

 

Nel concreto, sullo stesso piano del Pronto Soccorso generale ci saranno tre locali dedicati a quello pediatrico: una sala d’attesa per bambini con bagno per bambini, oltre a due altre stanze comunicanti con sala medica. Gli spazi saranno umanizzati, adatti ai più piccoli, anche grazie al lavoro delle associazioni del territorio.

 

Il tema della “contaminazione tra competenze” è stato sottolineato anche dal dottor Giuseppe Coletta, primario di Anestesia: “I pazienti arrivano qui anche perchè questo ospedale è attrattivo e dà fiducia. Trasferire il Pronto Soccorso pediatrico direttamente in Pronto Soccorso è un’altra garanzia di sicurezza, quindi di qualità. Abbiamo organizzato un sistema che garantisce sicurezza del paziente e tranquillità dei genitori. Abbiamo condotto percorsi di formazione anche sulle anestesie pediatriche: abbiamo messo insieme le competenze di diverse discipline”. 

 

A rappresentare le associazioni del territorio era presente Silvia Errico, presidente de “La Favola di Marco Aps”, che sostiene bambini affetti da malattie gravi e le loro famiglie: “Mio figlio ha una malattia grave, nella mia esperienze mi sono resa conto di quanto sia vitale il tempo: reputo questa nuova organizzazione, con tutti i servizi sullo stesso piano, molto importante. Da mamma sono molto contenta”. 

 

Si arriva quindi a un cambiamento a suo modo epocale, per l’ospedale cuneese. Un cambiamento che un anno fa, come detto, aveva incontrato alcune resistenze. Ne ha parlato, in chiusura, il direttore Tranchida: “Qui c’era un modello andato avanti per molti anni, ci sono organizzazioni complesse. Nel momento in cui si valutano percorsi che impattano sull’organizzazione la prima reazione è sempre quella di resistenza al cambiamento. Ora la comunità, dopo un percorso di partecipazione, ha accettato questo cambiamento. Non si tratta semplicemente di spostare degli arredi, c’è un elemento emotivo. Per chi lavora qui, questo ospedale è casa. Bisogna tenerne conto”.