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    CUNEO - Thursday 24 July 2025, 17:45

    Le aziende cuneesi scoprono l’emergenza casa: una su sette segnala disagi abitativi tra i dipendenti

    Per l’11,6% delle imprese la carenza di abitazioni ha un impatto sui fabbisogni occupazionali. I dati presentati da Confindustria, insieme alle previsioni trimestrali
    Le aziende cuneesi scoprono l’emergenza casa: una su sette segnala disagi abitativi tra i dipendenti

    Anche le aziende hanno un problema casa. Lo segnala Confindustria Cuneo nella sua indagine trimestrale di giugno, con la quale l’associazione datoriale ha approfondito questi aspetti. I risultati dell’inchiesta mostrano come la difficoltà a reperire o mantenere soluzioni abitative adeguate stia diventando una criticità diffusa.

    In particolare, il 13,8% delle aziende segnala disagi abitativi tra i propri collaboratori nel reperire o mantenere soluzioni abitative adeguate, mentre per l’11,6% la carenza di abitazioni ha un impatto diretto sui fabbisogni occupazionali. Pur a fronte di tali tendenze, solo il 3,6% degli intervistati ha indicato di aver valutato iniziative dirette o in partnership per trovare soluzioni.

    Per quanto attiene all’avvenire industriale della Granda, invece, le previsioni per il terzo trimestre 2025 confermano un clima di fiducia definito “complessivamente favorevole”, ma in progressivo raffreddamento rispetto alla rilevazione di marzo, subendo il rallentamento registrato a livello regionale. A sostenere il sentiment positivo è la componente dei servizi, dove si registra un ulteriore consolidamento della fiducia. Nel comparto manifatturiero, al contrario, dopo un secondo trimestre più ottimista prevale di nuovo l’incertezza, pur con importanti differenze settoriali.

    Guardando alla manifattura, il saldo ottimisti-pessimisti sulla produzione torna negativo, passando da 5,6% a -1,3%. Stesso andamento per gli ordini totali, che scendono da 3,4% a -5,2%, mentre il saldo sulle esportazioni rimane negativo (-8,2% contro -4,8%), condizionato dai timori sui dazi e sull’andamento dell’economia globale. Tiene però l’occupazione: la quota di imprese che prevede di aumentare gli organici (11%) è ancora superiore a quella che segnala una possibile riduzione (7,1%), con un saldo positivo del 3,9%, in calo però rispetto al precedente 12,8%. Pure la cassa integrazione guadagni (Cig) mostra un andamento positivo con un calo della richiesta da 6,3% a 5,8%. Migliora il dato sugli investimenti, spinti dalle opere finanziate attraverso il Pnrr: il 28,1% delle aziende manifatturiere prevede interventi significativi (erano il 23,9% a marzo). Stabile, sempre al di sopra del livello di ciclo economico normale, il tasso di utilizzo degli impianti, che è pari a 77,3%.

    Nel dettaglio dei singoli comparti, la metalmeccanica conferma un orientamento alla prudenza, con saldi ancora negativi su ordini totali e produzione (da -9,8% e -3,9% a -9,3%). Con la minaccia dei dazi e lo scenario di grande incertezza, le attese sulle vendite all’estero restano negative, pur recuperando 6 punti: il saldo passa da -16,3% a -10,3%. La fiducia migliora invece sul fronte occupazionale (da 5,9% a 11,6%) e cala il ricorso alla cassa integrazione (da 10,2% a 4,7%). Il comparto alimentare perde slancio, con un saldo sulla produzione che si porta sul livello di indifferenza e ordini in calo (-10%), soprattutto dall’estero (da 3,2% a -7,1%). Più favorevoli le attese per edilizia e indotto, che registrano un buon livello di attività e cala il ricorso a sistemi di integrazione salariale (da 7,7% a 2,9%). Nel chimico e gomma-plastica il quadro è misto, con ordini in crescita (da -5,9% a 6,7%) ma attese sulle esportazioni in netto calo (-20%). Recupera fiducia l’estrattivo (ordini da -22,2% a 16,7%), mentre la cartaria-grafica evidenzia segnali di debolezza, cedendo 46,8 punti sui nuovi ordini e attestandosi a -18,2%.

    Nell’ambito dei servizi il clima è in ulteriore consolidamento. Il saldo sul livello di attività sale a 22,5% (da 9,1%), mentre quello sui nuovi ordini raggiunge il 15,5%, in crescita di 13,2 punti. Stabili i livelli occupazionali, con un saldo positivo del 12,7% (da 9,1%). Si azzera il ricorso alla cassa integrazione (da 1,2%) e si rafforza la propensione a investire: il 26,1% delle imprese dei servizi prevede investimenti significativi, in aumento rispetto al 18,6% del trimestre precedente.

    Per quanto riguarda i singoli comparti, nei trasporti e nella logistica si registrano miglioramenti diffusi: il saldo sul livello di attività recupera terreno, mentre tornano positivi anche gli indicatori su produzione (8,3%, in recupero di 15 punti) e occupazione (da -13,3% a 0). Nessuna azienda del comparto prevede il ricorso alla cassa integrazione e il tasso di utilizzo delle risorse aziendali si mantiene elevato (83%).

    I servizi innovativi mostrano un rafforzamento deciso, con saldi nettamente positivi su attività (41,2% contro 16,2%), ordini (da 13,5% a 29,4%) e occupazione (17,6%). Nessun ricorso alla Cig e un utilizzo delle risorse all’87,2% confermano una fase di piena operatività. In recupero anche i servizi commerciali e turistici, dove torna positivo il saldo sugli ordini (da -21,4% a 10%) e si rafforzano le aspettative occupazionali (da 7,1% a 10%). Anche qui si azzera il ricorso alla Cig (dal 7,1% di marzo) e sale il tasso di utilizzo delle risorse (75,7%, con un recupero di 16,3 punti).

    L’indagine di giugno ha inoltre approfondito il tema dell’accesso alla casa dal punto di vista delle imprese, evidenziando come la difficoltà a reperire o mantenere soluzioni abitative adeguate stia diventando una criticità diffusa. Il 13,8% delle aziende segnala disagi abitativi tra i propri collaboratori nel reperire o mantenere soluzioni abitative adeguate, e per l’11,6% la carenza di abitazioni ha un impatto diretto sui fabbisogni occupazionali. Pur a fronte di tali tendenze, solo il 3,6% degli intervistati ha indicato di aver valutato iniziative dirette o in partnership per trovare soluzioni.

    “In questo momento reso particolarmente complicato dal contesto internazionale, nel quale si sommano le incertezze legate alle politiche, commerciali e non solo, dell’amministrazione americana, alla recrudescenza della guerra in Ucraina e all’apertura di un nuovo fronte in Iran, le prospettive per l’economia della provincia di Cuneo si mantengono ancora, tutto sommato, su un sentiero di tenuta”, commenta Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo.

    “Le imprese cuneesi - osserva il presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna - continuano a investire e a credere nel lavoro; la divergenza tra comparti e l’indebolimento della fiducia nel manifatturiero impongono attenzione e interventi mirati, anche sul piano delle politiche industriali nazionali”. “Il tema dell’abitare - sottolinea Giuliana Cirio, direttore generale di Confindustria Cuneo - riguarda in modo sempre più diretto la competitività dei territori e la capacità delle imprese di attrarre competenze. Servono politiche locali efficaci, ma anche nuove alleanze tra pubblico e privato per rispondere a un bisogno reale”.

    Redazione
    luogo CUNEO
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    Tag:
    Confindustria - lavoro - economia - imprese - Casa
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