Il gelato dei Caban sfida i migliori maestri italiani

“Il gelato è il mio conforto. Mi ripaga di ogni torto. Il gelato mi consola e fa dolce la mia gola”. Era il 1979 e Freak Antoni, con gli Skiantos, cantava “Gelati”. Solo assaggiandolo, potremo scoprire se anche il gelato dei Caban ha quel tipico potere consolatorio. Sul gusto (e nemmeno su struttura, creatività e presentazione, ovvero gli altri parametri di valutazione) non si discute perché con questa ricetta Cristian Delmastro, gelatiere della “Trattoria Da Marisa” di Madonna dei Boschi di Peveragno ha vinto la selezione cuneese di “Gelato Festival World Masters”, campionato mondiale di durata quadriennale, un traguardo che lo farà accedere alle semifinali italiane del 2023.

 

Un gelato che è frutto della collaborazione e amicizia, il timo arriva da “I Vagamondi”, che vivono a tetto Caban, mentre il Seirass, ricotta che dà quella nota di acidità tipica di questo particolare gusto, proviene dall’“Antica formaggeria Carletti” di Peveragno. Un gelato nato dall’amore per il territorio e dalla volontà di farlo scoprire ai turisti. Cristian nella trattoria di famiglia è anche cuoco, pizzaiolo e aiuto in sala quando serve, perché in ambiente famigliare “bisogna arrangiarsi”. La sua passione per i gelati è nata durante il Covid, periodo in cui si è dedicato allo studio della materia. Il gelato dei Caban non è il primo gelato artigianale creato con la filosofia di usare ingredienti del territorio per riscoprirli: l’anno scorso aveva creato il gusto mirtilli e basilico.

 

“Ho deciso di partecipare alla competizione per una scommessa personale. C’erano davvero tanti professionisti e esperti del settore e non avrei mai immaginato di arrivare primo. È stata una bellissima esperienza, di quelle che prima di tutto ti aiutano a migliorare perché hai la possibilità di vedere il lavoro degli altri e di confrontarti con loro. Questa volta è successo che, oltre a imparare, ho anche vinto” dice Cristian. Per tutti quelli che vorranno assaggiare il gelato dei Caban, e valutarne personalmente la bontà, basterà fare un salto dalla “Trattoria da Marisa”.

 

Francesca Barbero