Due stanze protette per le donne vittime di violenza nell’ospedale di Verduno
L’iniziativa dell'associazione Mai+Sole è stata realizzata dalla Fondazione Ospedale Alba Bra. I luoghi accoglieranno le vittime garantendo anonimato e riservatezzaNell’ospedale Michele e Pietro Ferrero, questa mattina alle ore 11 sono state inaugurate due stanze dedicate alle donne vittime di violenza. Luoghi protetti dove accogliere, garantire l’anonimato e la riservatezza in un momento delicato come la presa in carico e le prime visite delle vittime.
Un tema terribilmente attuale se consideriamo che, nel bilancio del 2021, in Italia sono state uccise 109 donne, di cui 93 in ambito familiare/affettivo. A livello locale, nel corso del 2022, sono tre le donne vittime di violenza sessuale assistite, in seguito a segnalazione, dall’Equipe multidisciplinare Rete Sanitaria Vittime di Violenza dell’Asl Cn2, una rete di assistenza coordinata a livello regionale della quale fanno parte specialisti aziendali provenienti da aree differenti, che rende possibile la presa in carico complessiva della persona.
L’iniziativa è stata proposta dall’Associazione Mai+Sole - con il contributo della Fondazione Cagnasso Onlus - e realizzata dalla Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus, in collaborazione con lo Staff - Ostetricia e Ginecologia molto sensibile e impegnato sul tema, come già dimostrato nello scorso novembre con l’installazione e l’inaugurazione della panchina rossa, in occasione della Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne.
Sono intervenuti all’inaugurazione: Bruno Ceretto, presidente della Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus; Adonella Fiorito, presidente e una delegazione dell’Associazione Mai+Sole; Francesca Albanese, consigliera della Fondazione Cagnasso Onlus, Manuela Scatà e Patrizia Casetta - Responsabile e Coordinatrice dell’Ostetricia.
Bruno Ceretto ha aperto la cerimonia ringraziando e elogiando il lavoro fatto sul territorio dall’Associazione Mai+Sole, per promuovere percorsi di allontanamento emotivo e materiale dalla relazione violenta e ricostruire con serenità l’autonomia delle donne. Adonella Fiorito ha raccontato come la stanza protetta sia già stata sperimentata da anni in altri ospedali e un ospedale come quello di Verduno non poteva certamente esserne priva, da qui il loro impegno ad ottenere un contributo specifico per la sua realizzazione. Francesca Albanese ringrazia i presenti di aver coinvolto la Fondazione Cagnasso in un progetto che destina uno spazio prezioso in situazioni di emergenza che si spera capitino con sempre meno frequenza.
Chiude Manuela Scatà , responsabile dell’Ostetricia, spiegando: “Le due stanze allestite e umanizzate accolgono e danno supporto al medesimo tempo. Con un attento progetto di umanizzazione pittorica sono stati scelti arredi e colori che potessero accompagnare il momento critico, grazie a paesaggi surrogati che propongono nuovi orizzonti e accolgono la necessità di sognare un futuro positivo”.
c.s.

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