Per la Reumatologia e Neuropsichiatria Infantile del Carle arriva un "Bosco incantato"
Presentati in mattinata i nuovi arredi per l'umanizzazione dei due reparti. Il direttore generale Livio Tranchida: "Un lavoro nato grazie alla collaborazione tra associazioni e ospedale"Nella mattinata di mercoledì 28 maggio, l’ospedale Carle di Cuneo ha inaugurato i nuovi dipinti e arredi dei reparti di Reumatologia e Neuropsichiatria infantile. Il progetto, intitolato “Un bosco incantato per la Reumatologia e la Neuropsichiatria infantile”, è stato pensato per accompagnare i piccoli pazienti in un ambiente che, idealmente, non dovrebbe mai appartenergli. I lavori e gli arredi sono stati donati dalle associazioni Luna Onlus e Futura Infanzia OdV.
A prendere la parola per primo è stato Nicolò Daniele, di Communickation Consulting: “Finalmente abbiamo ridato colore a queste pareti, ne avevano bisogno. Il progetto è stato realizzato con il supporto di tre associazioni. Nella parte di Reumatologia è intervenuta l’associazione ACUMAR, mentre nella parte di Neuropsichiatria infantile abbiamo altre due associazioni, Futura Infanzia e Fiore sulla luna. Queste due operano in sinergia e hanno un ruolo importante per tenere su il tessuto sociale dei pazienti. Abbiamo creato un percorso coerente, che a livello visivo prendesse il paziente e che lo accompagnasse in tutto il suo percorso di visita. Ci siamo mossi per creare un tema boschivo. Un bosco antropizzato, che non fosse capace di incutere timore, ma che avesse delle strade che il paziente deve intraprendere nell’arco della propria esperienza. Andando avanti, con l’utilizzo di questa pellicola a vetro crea un’immagine luminosa che accogliesse invece famiglie e bambini. Quella è una porta che conduce in un altro spazio, sempre coerente al tema boschivo, però influenzato da quelli che sono elementi fantastici e che rappresentano una specie di scrigno che si schiude, che va ad accogliere i bambini e le loro famiglie. Una cosa particolare riguarda la vegetazione che è stata usata, coerente con quella che si vede fuori dalle finestre, per fare in modo che i bambini non provino disorientamento. È stato un lavoro di concerto tra le associazioni e i reparti, un esempio di come queste e la sanità pubbliche possono collaborare per rendere più accogliente uno spazio”.
Successivamente hanno preso la parola i rappresentanti delle associazioni, ACUMAR e Fiori sulla Luna. I primi si sono detti “Contenti di aver contribuito, ci tenevamo. La sinergia con le associazioni che sostengono la Neuropsichiatria infantile ha permesso la realizzazione di un progetto comune, che rende belli e accoglienti gli ambienti di attesa e dona alle persone momenti di serenità e di sollievo normalmente inaspettati nell’ambiente ospedaliero”. Per Fiori sulla Luna, attiva dal 2007 per il supporto dei bambini, “L’umanizzazione dell’ambulatorio rientra negli obiettivi che l’associazione si pone, volti a sostenere il benessere dei bambini e delle loro famiglie, oltre che a facilitare i percorsi di cura, riabilitazione e inclusione a fianco dei professionisti sanitari”.
Infine le dichiarazioni di Livio Tranchida, direttore generale dell’azienda ospedaliera “Santa Croce e Carle”. “Grazie alle associazioni, ai nostri collaboratori e ai nostri professionisti, abbiamo creato un percorso che consente ai pazienti più piccoli di attraversare questo luogo che non attinente alle loro attività, per recarsi verso un nuovo posto. Dare per scontato queste cose è un errore, questo è un momento in cui l’ospedale si identifica nella comunità e viceversa. Aggiungerei anche le associazioni, in più occasioni ho spiegato che l’ospedale di Cuneo non sarebbe quello che è senza di loro. Sono un pezzo del nostro lavoro, chi vive nelle associazioni dona qualcosa di prezioso, che non sono solo risorse economiche, sono il tempo. Lo fa in maniera disinteressata. È un impegno, ci sono turni, c’è da prendere in carico la fragilità. I nostri operatori lo fanno come missione, loro lo fanno in maniera disinteressata. Un ospedale moderno sa prendere in carico il paziente e le sue fragilità. La fragilità è infatti uno stato dell’essere. è fragile un bambino, è fragile un anziano, è fragile chi è affetto da una patologia. Umanizzare i nostri percorsi di cura e presa in carico, così come i luoghi e gli ambienti in ospedale, è uno dei nostri obiettivi. Accogliere i pazienti ponendoli al centro del nostro impegno quotidiano è parte della nostra mission”.
Piero Coletta

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