All'ospedale di Savigliano c'è un ambulatorio per studiare e prevenire l'ictus giovanile
Il direttore Iacopo Battaglini: "Una cerniera tra più specialità". La testimonianza di Roberto, colpito a soli 36 anniRoberto ha 36 anni, una figlia di due che lo adora e una vita piena come tante. Un mattino, all’improvviso, la parola gli si spezza in bocca, il braccio destro non risponde più. Un ictus. Dopo qualche giorno un altro, e infine un altro ancora. Nessuno se lo aspetterebbe a quell’età, eppure accade.
Ricoverato in Neurologia a Savigliano, Roberto recupera gran parte dei sintomi in pochi giorni. La causa viene identificata: un embolo passato attraverso il forame ovale pervio, una piccola malformazione cardiaca presente fin dalla nascita, che in rari casi può causare ischemie cerebrali. Fra poche settimane verrà sottoposto all’intervento di correzione per via endovascolare, per ridurre drasticamente il rischio che l’incidente si ripeta.
Storie come la sua non sono rare. L’ictus non è una malattia solo “da anziani”: un piccolo, ma rilevante numero di casi riguarda giovani adulti, spesso persone nel pieno dell’attività lavorativa e sociale. In questi casi le cause, però, sono diverse.
Nei soggetti più giovani l’evento può dipendere da meccanismi cardiogenici (come il forame ovale pervio), da dissezioni arteriose, disturbi della coagulazione, malattie genetiche o condizioni infiammatorie. Talvolta, nonostante indagini approfondite, la causa rimane elusiva: parliamo allora di ictus “criptogenetico”.
È proprio per rispondere a questo bisogno che, dalla scorsa primavera, all’Ospedale SS. Annunziata di Savigliano è attivo l’ambulatorio per l’Ictus Giovanile e Criptogenetico all’interno della Struttura Complessa di Neurologia. Un servizio dedicato alla diagnosi, alla prevenzione secondaria e al follow-up a lungo termine. L’obiettivo è semplice e ambizioso allo stesso tempo: capire perché l’ictus si è verificato e impedire che accada di nuovo.
"L’ambulatorio lavora come una cerniera tra più specialità - spiega il direttore della Struttura, Iacopo Battaglini - . La collaborazione con la Cardiologia è decisiva per valutare e trattare condizioni come il forame ovale pervio o aritmie silenti. La Medicina Interna apporta competenze essenziali nella gestione delle trombofilie e delle alterazioni della coagulazione. La Radiologia è fondamentale per lo studio del cervello e della parete dei vasi arteriosi. A seconda dei casi, possono essere coinvolti anche Genetica medica, Reumatologia e Medicina dello sport, perché nei giovani ogni ictus è una storia a sé e va ricostruita pezzo per pezzo".
Il modello adottato è pratico: identificare la causa e quando possibile trattarla, dunque seguire il paziente nel tempo con controlli mirati. In altre parole, trasformare un evento improvviso in un percorso di cura strutturato, competente e rassicurante.
Per Roberto, come per molti altri pazienti, questo significa tornare a guardare avanti con qualche certezza in più. Ed è questo, in fondo, il cuore della buona notizia.
Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità: "Intervenire tempestivamente su malattie tempo-dipendenti e lavorare in equipe multidisciplinari è la strada corretta per affrontare nel modo più efficace, con alta probabilità di esito positivo, interventi così complessi. L’attivazione di un ambulatorio dedicato alla gestione dell’ictus giovanile e criptogenetico, all’indagine delle cause e alla loro rimozione per garantire una buona qualità della vita alle persone che ne sono colpite, è uno dei tanti esempi di una sanità pubblica veramente vicina ai cittadini".
SAVIGLIANO Asl CN1 - Salute

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