Cinquecento anni di araldica a Bene Vagienna nel libro di Attilio Offman
Una ricerca sulle famiglie nobili locali che comprende la successione dei sindaci dal XVI secolo: “Dipingere uno stemma è come raccontare una fiaba”Un libro che giunge a conclusione di un percorso di studi quasi decennale e che offre, per la prima volta, una ricognizione sull’intero panorama nobiliare benese: “Araldica della città di Bene e delle sue famiglie” è il titolo del volume che l’araldista Attilio Offman ha dato alle stampe con il contributo del Comune di Bene Vagienna, dell’associazione Amici di Bene, del Centro Studi Piemontesi e di BeneBanca.
Durante la propria indagine, Offman ha potuto prendere le mosse dall’ormai antico fondo manoscritto dell’archeologo Giuseppe Assandria, primo scopritore insieme a Giuseppe Vacchetta dei resti di Augusta Bagiennorum, emersi a fine Ottocento. Una bellissima collezione di cinquanta miniature araldiche a colori, conservate nel Museo Civico della città augustea, si deve alla mano di Maria Assandria Ducco, figlia e continuatrice dell’opera del commendator Assandria.

L’attuale pubblicazione integra la collezione Assandria con stemmi di ulteriori famiglie non presenti nella raccolta, offrendo una panoramica anche sulla genealogia e sull’ubicazione delle dimore gentilizie. Una sezione specifica è dedicata alla cronotassi dei sindaci benesi dal 1507 a fino ai giorni nostri: “È stato utile per avere uno strumento che consentisse di pesare l’importanza della famiglia nell’amministrazione della comunità” ha spiegato l’autore, presentando la sua fatica a un pubblico attento riunitosi a Casa Ravera. Per ogni famiglia sono riportati i sindaci sia nell’Antico Regime che in epoca successiva: ascesa e declino della nobiltà locale si riflette in questa successione ininterrotta di nomi. Alcune famiglie, come i Salomone, presentissimi nel secolo XVI, scompaiono del tutto nel XVIII secolo, per altre invece l’apice della rinomanza giunge proprio nella seconda metà del Settecento.
Gli stemmi, a loro volta mutevoli nel tempo, riservano sorprese: alcuni cambiano secondo la volontà dei titolari, in altri casi i blasoni si confondono con quelli di famiglie omonime. “Disegnare o dipingere uno stemma in fondo è come raccontare una fiaba” sostiene Offman: “Nessuno la racconta sempre allo stesso modo e a forza di ripeterla emergono varianti che corrispondono al gusto e alla personalità di chi sta raccontando”.

BENE VAGIENNA Bene Vagienna - Libri - Storia - araldica - Attilio Offman





Condividi