Municipio di Venasca, ore 21
Il pane sulle Alpi: tradizione e cultura fra montagna e comunità
Questo il tema dell’incontro con il celebre antropologo Annibale Salsa a Venasca, mercoledì 8 ottobre, alle 21, per la rassegna “Forni narranti”Il pane è da sempre un alimento simbolo di vita, lavoro, legame sociale e cultura. Sulle Alpi, terra di paesaggi aspri e comunità resilienti, il pane assume una valenza ancora più profonda, perché racconta la storia di popolazioni che hanno saputo adattarsi ai rigori del clima montano, ai limiti di coltivazione, e alle necessità di uno stile di vita che unisce tradizione e sopravvivenza.
La coltura del frumento nelle Alpi è stata per secoli una sfida. Le condizioni di altitudine, il clima rigido e breve periodo di crescita limitano fortemente la varietà di cereali coltivabili, prediligendo varietà rustiche come segale, orzo, farro e grano saraceno, spesso miscelati per la panificazione. Questi cereali sono stati alla base del “pane nero” alpino, ricco di fibre e sapore deciso, ma meno soffice del pane di pianura. La lavorazione artigianale del pane era, nelle comunità alpine, un’attività fondamentale e ritualizzata, legata sia alla stagionalità che a momenti collettivi come la mietitura o le festività religiose. I forni comunitari, spesso in pietra e a legna, rappresentavano luoghi di incontro oltre che di produzione.
Ogni vallata alpina vanta ricette e tecniche uniche. In Piemonte, ad esempio, è buonissima la “focaccia di segale” o “tourto de segle” in Valle Maira, mentre in Trentino-Alto Adige il pane di segale affumicato con legni aromatici è apprezzato per il suo gusto particolare. Nelle Alpi francesi e svizzere, il pane incorpora spesso il grano saraceno, che conferisce consistenza e colore scuro, oltre a un sapore forte.
L’uso di farine miste e lieviti naturali ha permesso al pane alpino di avere una lunga conservazione, indispensabile per le comunità montane che spesso dovevano affrontare lunghi periodi di isolamento invernale. Il pane alpino è molto più che un alimento: è simbolo di condivisione, ospitalità e rispetto per la terra. Nelle feste paesane, la condivisione del pane rappresenta un legame con gli antenati e la natura. Diversi riti alpini ruotano attorno al pane, che spesso accompagna momenti sacri come battesimi, matrimoni e funerali, dove il pane assume anche ruolo di metafora di vita, morte e rinascita.
Oggi, la produzione del pane nelle Alpi vive fra continuità e innovazione. I piccoli forni artigianali cercano di recuperare antiche tecniche e varietà di cereali autoctoni, incentivando la filiera corta e i grani biologici, per rispondere anche alla domanda di turismo sostenibile e slow food. Il pane diventa quindi patrimonio culturale, testimone di un legame forte con il territorio e di pratiche agricole tradizionali che garantiscono biodiversità e sostenibilità.
Al pane è dedicata la rassegna “Forni narranti”, organizzata dal Comune di Venasca insieme all’Agenzia di Sviluppo AFP, con il sostegno di Fondazione CRC e Fondazione CRT: un’iniziativa che vuole valorizzare la presenza, in un paese di 1.500 abitanti, di ben cinque panificatori, apprezzati e ricercati in tutto il territorio saluzzese. Una tradizione che ha saputo rinnovarsi e che ha resistito ai vari tsunami che hanno colpito negli anni i piccoli artigiani e commercianti nei paesi.
Dell’importanza del pane per le comunità delle Alpi parlerà mercoledì 8 ottobre uno dei più grandi esperti di antropologia alpina, Annibale Salsa, nel Salone comunale di Venasca, alle ore 21. L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni, si può scrivere a [email protected].
Antropologo ed esperto conoscitore delle Alpi, Annibale Salsa ha insegnato Antropologia filosofica e Antropologia culturale all’Università di Genova. È stato presidente generale del Club alpino italiano (CAI) e presidente del Gruppo di Lavoro «Popolazione e cultura» della Convenzione delle Alpi. È presidente del Comitato scientifico della Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio di Trento. Nato a Lavagnola, nell’entroterra di Savona in faccia al Mar Ligure, ha sempre puntato lo sguardo alle sue spalle, verso i monti, in cima a quegli alpeggi in cui parte della sua famiglia ha consumato un’intera esistenza. È per questo che è diventato il più importante antropologo alpino italiano. Tra le sue più note pubblicazioni, Un’estate in alpeggio, Ponte alle Grazie, 2021; I paesaggi delle Alpi. Un viaggio nelle terre alte tra filosofia, natura e storia, Donzelli, 2019; Il tramonto delle identità tradizionali. Spaesamento e disagio esistenziale nelle Alpi, Priuli&Verlucca, 2007.
- 05/10/2025
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